regia: Kenneth Lonergan (Usa, 2016)
cast: Casey Affleck, Lucas Hedges, C.J. Wilson, Kyle Chandler, Michelle Wiliams, Gretchen Mol
sceneggiatura: Kenneth Lonergan
fotografia: Jody Lee Lipes
scenografia: Ruth De Jong
montaggio: Jennifer Lame
musica: Lesley Barber
durata: 137 minuti
giudizio: ★★☆☆☆
trama: L'artigiano tuttofare Lee Chandler è costretto a tornare al suo paese nativo, Manchester by the Sea, a causa della tragica morte del fratello. Qui ritroverà la sua ex moglie, i (pochi) amici di un tempo, un mare di problemi, e soprattutto un nipote adolescente difficile da accudire...
L'ultima opera di Kenneth Lonergan è un film dimesso e malinconico, un classico drammone familiare sulle avversità umane, sul passato difficile e sulla resilienza nei confronti del dolore e della tragedia. Per certi versi mi ha ricordato Gente Comune di Robert Redford (premiato con l'Oscar nel 1980 e un po' "precursore" del genere) per il tipo di messinscena e per gli aspetti trattati. Solo che, appunto, sono passati quasi quarant'anni e le tematiche e le ambientazioni non sono poi cambiate di molto... E' vero che Manchester by the Sea ha, se non altro, il merito di affrontare questi temi difficili con delicatezza e tatto, senza retorica e senza speculare sulle lacrime, ma resta un film poco digeribile e standardizzato, di evidente stampo teatrale, poco duttile per il grande schermo.
Infatti, nonostante la sceneggiatura (dello stesso Lonergan) sia stata premiata dall'Academy come miglior soggetto originale dell'anno, faccio davvero fatica a trovare qualcosa di originale in questo script schematico e poco coinvolgente, che infonde solo malinconia e tristezza nei confronti dello spettatore.
Ma attenzione: un conto è la tristezza "rabbiosa", veemente, chiamiamola "costruttiva" di chi cade e sa (o quantomeno prova) a rialzarsi, come nel caso di Moonlight, diretto concorrente per l'Oscar, altro conto è una tristezza rassegnata, ostinata, esibita, che una volta superato il livello di attenzione sfocia irrimediabilmente nella noia. Manchester by the Sea evita accuratamente ogni tipo di ostacolo, qualsiasi colpo di scena che possa intralciare uno svolgimento lineare e piatto, ai limiti del didascalismo, che sfocia nell'ennesimo racconto di ricostruzione e ricongiungimento familiare, portandosi dietro però una pesantezza infinita e una sequela di disgrazie e sfighe davvero poco credibili...
E, se proprio vogliamo dirla tutta, trovo sopravvalutata anche la performance recitativa dell'attore principale, quel Casey Affleck premiato con l'Oscar per un'interpretazione azzeccata ma invariabilmente monocorde, che lavora per sottrazione ma risulta monoespressiva per tutto il film. Meglio, a mio modo di vedere, quella del giovane Lucas Hedges, nel ruolo del nipote adolescente e problematico del protagonista, tesa e "rabbiosa" al punto giusto.
Gli ho preferito Moonlight, eppure, nonostante alcuni passaggi strazianti - come quello che definisce la pellicola ed il main charachter -, l'ho trovato un film pieno di speranza.
RispondiEliminaCurioso che, in questo inizio anno, mi sia trovato più spesso d'accordo con Cannibal che con te: una cosa rarissima. ;)
E' vero, mai stati così in disaccordo come in questo periodo... chi ha cambiato gusti??? :)
EliminaScherzi a parte, qui non siamo così distanti: anch'io gli ho preferito "Moonlight", e non ho detto che il film è terribile. Le due stelline sono più che altro per la delusione in confronto alle aspettative
A me Moonlight mi ha toccato il cuore, questo film alla fine non è da buttare via, anche se ha degli aspetti irrisolti (soprattutto il rapporto padre-figlio) e una colonna sonora davvero usata male, è un 'dramma a orologeria' dove paradossalmente funziona grazie al lavoro di attori che c'è dietro. Lonergan viene dal teatro e si vede: ottime prove d'attori (ma allora gli Affleck sono geneticamente facce di legno, dove la fata turchina ha lavorato più su Casey trascurando Ben), molto dialogo e poca azione. Diciamo che a teatro farebbe faville, al cinema fa tuttavia la sua figura.E comunque i 40 anni (miei) e di Gente comune sono ancora un pochino lontani ahahahah!
RispondiEliminaE' vero, la sceneggiatura è molto teatrale però sinceramente resta comunque piuttosto insipida... dubito che a teatro migliorerebbe molto. Gli attori sono funzionali alla storia, e magari in questo caso vanno anche bene, però Affleck qui è davvero monoespressivo come il fratellone
EliminaNon ho ancora visto moonlight, di questo hai già letto da me quindi sai come la penso. Moonlight (lo vedrò a breve) mi da l'impressione di essergli simile, ma da quel che dici sembrerebbe potermi riservare una sorpresa.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i suoi risultati agli oscar: Casey sa fare molto bene i drammi e i lacrimoni, come la sua compare michelle williams. Non aveva contro delle grandi performance. Ma non posso dirlo perchè mi manca di vedere quella di Denzel.
Tu però sei stata più buona, gli hai assegnato un cuoricino (stellina) in più... ;)
EliminaScherzi a parte, quando avrai visto Moonlight riparliamone perchè, secondo me, si tratta di due film proprio complementari come approccio verso il pubblico. E su questo, invece, confermo la prima impressione: una martellata nei cogli***i allucinante! :)
Concordo: una tristezza sterile e fine a se stessa, improduttiva, che non ti fa empatizzare con i personaggi. Non dico che si debba sorridere per forza, però l'accumulare tragedie su tragedie non rende un film coinvolgente. Anche secondo me il ragazzino è parecchio più bravo del protagonista.
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo. Il ragazzino (Lucas Edges) è molto bravo, direi ben più dell'oscarizzato Affleck...
EliminaA me invece il film è piaciuto parecchio, anche se effettivamente è un po' troppo lungo. Ma non l'ho trovato pesante, assolutamente, c'è perfino un filo di ironia in parecchie scene: quello che serve per alleggerire la tensione (d'altra parte le tragedie, le perdite, purtroppo, fanno parte della vita...)
RispondiEliminaMah, io onestamente non so proprio dove hai visto questa ironia! :)
EliminaPerò è verissimo che la pesantezza di un film è molto soggettiva e varia anche in base all'umore del momento. Magari sono io che, allo stato attuale, forse non reggo storie del genere. E' possibile...
Ma come? Ma abbiamo visto lo stesso film?
RispondiEliminaIo l'ho trovato bellissimo e mi stupisce il fatto che tu non abbia trovato "nemmeno un grammo di ironia" al suo interno, perché secondo me di ironia ce n'è, magari non sempre esplicita, magari più sottile, ma io mi sono ritrovata spesso a sorridere. Strano ma vero.
E Casey Affleck memorabile.
Però, si sa, la ricezione è sempre personalissima, soprattutto di storie così forti.
Oddio... con tutto il rispetto, Margherita, definire "memorabile" l'interpretazione di Affleck mi pare quasi blasfemo! ;) si è preso l'oscar e va bene così, però ripeto che è una performance monoespressiva e monocorde, sempre uguale per 137 minuti. Riconosco che è stato bravo a calarsi nella parte, ma per dire che è un grande attore lo vorrei vedere in ruoli un po' più complessi di questo.
EliminaRiguardo l'ironia, poi, è chiaro che tutto è soggettivo. Io non sono riuscito a vederla (se ti riferisci alle battute del figlio sulle sue due fidanzate... ecco, a me sono parse abbastanza patetiche). Ma aldilà di questo a disturbarmi è stata la pesantezza infinita e opprimente del film (a mio giudizio ovviamente), che ha finito per stancarmi più che emozionarmi. Insomma, come dicono i francesi, una vera martellata nelle p***e! :)
Concordo assolutamente. Film monocorde, Casey Affleck triglia come il fratello e totalmente incapace di coinvolgere lo spettatore. Non capisco come hanno fatto a osannarlo così in tanti...
RispondiEliminaPerchè per l'Academy (e per Hollywood) i drammoni fanno sempre presa, e la critica spesso gli va dietro... ma sono completamente d'accordo con te: un film e un'interpretazione piuttosto piatti e senza sussulti. Un bluff.
EliminaFilm intenso, ne parlerò nei prossimi giorni alla fabbrica ^_^
RispondiEliminaVerrò a leggerti! :)
Elimina