regia: Derek Cianfrance (Usa, 2016)
cast: Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz, Caren Pistorius, Florence Clery
sceneggiatura: Derek Cianfrance
fotografia: Adam Arkapaw
scenografia: Sophie Nash
montaggio: Jim Helton, Ron Patane
musica: Alexandre Desplat
durata: 132 minuti
giudizio: ★★☆☆☆
trama: Una coppia sterile "adotta" segretamente (e illegalmente) una bambina abbandonata, trovata, insieme a un uomo morto, dentro una barca arenatasi sotto al faro in cui vivono. La bambina diventerà la loro luce e unica ragione di vita, ma quando dopo qualche anno la madre naturale si farà viva reclamando la piccola, le cose si complicheranno terribilmente...
Eppure questa volta il tema trattato era serio e importante, quello del diritto/dovere di essere madri: a chi appartengono i figli, a chi li cresce o a chi li mette al mondo? E come comportarsi di fronte al fatto compiuto, facendo finta di nulla oppure raccontando la verità al piccolo? Domande impegnative che presupporrebbero uno svolgimento focalizzato su questi profondissimi temi. Invece Cianfrance non trova nient'altro di meglio che sbattere il dolore in prima pagina, limitandosi a edulcorare la visione senza mai approfondire davvero i drammi umani delle tre figure principali, restituendoci un film opprimente e tragico, che sparge dolore a piene mani ma che finisce più per annoiare piuttosto che sconvolgere.
Non giova neppure la recitazione eccessivamente classica e impostata dei protagonisti (in special modo Fassbender) che non danno mai la sensazione di naturalezza: solo Rachel Weisz riesce, seppur a tratti, a sciogliere i cuori del pubblico nel ruolo di una madre disperata ma risoluta, ma la sua resta comunque una performance artefatta, scollegata dal contesto, un corpo estraneo in un lungometraggio che non appassiona e non indigna, rigoroso fino al punto di annoiare, perfetto nella ricostruzione storica e artistica ma trattenuto nei sentimenti e e nel coinvolgimento. Cosa che, per un melodramma, equivale al peccato mortale.
A me è parso invece un grande melodramma romantico, per nulla pesante o lento.
RispondiEliminaAnzi, il miglior Cianfrance, a mio parere.
Il migliore... in una filmografia che, lo ripeto, a mio giudizio è tutt'altro che memorabile. O forse sono io che ultimamente ho problemi con il melodramma: è possibile ;)
EliminaNo Kris ha ragione Ford, è un bel film, molto toccante ^_^
EliminaMi arrendo... :) :)
EliminaAho, c'avrai raggione te... però a noi femminucce questi film ci garbano troppo, che ce possiamo fà! E poi c'è anche Fassy, figurati! :D :D
RispondiEliminaCome posso ribattere a un commento così tecnico e circostanziato... ;) ;) ;)
EliminaMi sa di melodramma superpeso, non è il mio genere... lo vedrei solo per i due attori! Sicuro non al cinema. recupererò più in là ;)
RispondiEliminaOvvio, ci si va per i due attori. Penso che senza Fassy e compagna a Venezia non l'avrebbero mai preso (almeno nel concorso principale). Però i grandi attori spesso sono un valore aggiunto al film, lo fanno decollare o lo rendono interessante. In questo caso, direi, nessuna delle due.
EliminaMi è parso meno terribile di come tutti ne parlavano. Forse non era da concorso ma quest'anno abbiamo visto ben di peggio!
RispondiEliminaCerto, al peggio non c'è mai fine... e di sicuro non era da concorso (o almeno, la ragione per cui ci è stato messo è evidente). Quello che non mi spiego è questa aura da cineasta "cult" che si è guadagnato Cianfrance, a mio parere del tutto immotivata.
EliminaQuesto me lo segno xD
RispondiEliminaHo aspettato tanto per questo film per via di Fassbender e quando l'ho finalmente visto sono rimasta molto delusa. Un film mediocre e di una sdolcinatezza degna di Nicholas Sparks.
RispondiEliminaEh sì, il target è proprio quello... è stata una delle delusioni più cocenti (per me) dell'ultima Mostra di Venezia
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