di Drake Doremus (Usa, 2015)
con Kristen Stewart, Nicholas Hoult, Guy Pearce, David Selby, Jacki Weaver
durata: 101 minuti
★☆☆☆☆
Dico la verità: se avessi visto Equals al cinema anzichè, ormai quasi un anno fa, in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, il mio giudizio sarebbe stato probabilmente meno severo... però, insomma, vedere in concorso al Lido (ribadisco: in concorso!) un film del genere non può non scatenarti dentro istinti di bassa lega! Voglio dire: come si può solo pensare, caro Alberto Barbera, di inserire nel concorso principale, quello che assegna il Leone d'oro, una roba come questa? Domanda ingenua? Allora la riformulo: quali sono i compromessi cui deve scendere un direttore di un festival per fare posto nel "salotto buono" a un film come Equals?
E badate, ad essere onesti Equals non è nemmeno poi così brutto... peggio, è semplicemente insignificante, talmente trasparente da passare inosservato, una di quelle pellicole usa e getta di cui ti dimentichi subito, un minuto dopo che sono scorsi i titoli di coda. Poi, per carità, al Lido abbiamo visto tanti film anche peggiori (e di sicuro ne vedremo ancora!) ma personalmente preferisco mille volte vedere un film magari sbagliato, tuttavia con qualche spunto interessante, piuttosto che un film assolutamente conformista, anestetizzato, banalotto e anche un tantino noioso come questo. Un ordinario prodotto da multisala, accurato ma stravisto, con tutti i clichè (stra-abusati) del film di genere, che magari, forse, possono piacere a un pubblico di adolescenti poco smaliziati... i quali, comunque, di sicuro gli preferiranno in ogni caso titoli come Hunger Games o Harry Potter (che, aldilà di come uno la pensi, sono di un livello inarrivabile rispetto a Equals).
Fantascienza distopica per "young adults", dunque. Questo è il target di riferimento per Equals: siamo in un consueto "futuro prossimo", in un consueto contesto orwelliano, in una consueta società divisa in caste dove c'è sempre qualcuno che si ribella agli oppressori. Qui gli eletti si chiamano, appunto, "uguali": sono tutti vestiti di bianco, ordinati, perfettini e anaffettivi. Siamo infatti in un mondo dove è proibito provare emozioni e innamorarsi del prossimo: chi lo fa viene immediatamente rinchiuso in clinica e lobotomizzato a dovere, ma questo naturalmente non spaventa la bella Nia (Kristen Stewart, che qui è bella davvero) che prova più di un sentimento per il tenebroso Silas (Nicolas Hoult). La loro storia d'amore impossibile sarà, altrettanto naturalmente, lo scontato leit-motiv del film.
Equals è una specie di Romeo e Giulietta in salsa futuribile che, come tutti i peggiori prodotti del genere, mescola in un gran calderone ogni clichè possibile, scopiazzando un po' di qua e un po' di là, cercando di nascondere dietro una confezione extralusso (scenografie, costumi e make-up sono notevoli) un imbarazzante vuoto di idee. Drake Doremus passa per essere un regista cult per il pubblico adolescenziale, ma qui dimostra di essere indietro anni luce rispetto a chi la fantascienza l'ha fatta e la sa fare per davvero. A salvarsi, è giusto dirlo, è solo un'intensa e generosa Kristen Stewart, e sarebbe anche ora che qualcuno (mi rivolgo alla critica, in generale) cominciasse a rendere i giusti meriti a quest'attrice che, dopo la doverosa gavetta e dopo aver macinato film orribili (ma necessari per farsi conoscere) ha dimostrato di aver raggiunto una maturità artistica interessante. Ma che, forse, ha ancora le spalle troppo piccole per farsi carico di un film modestissimo come questo.
Invece, conoscendo il lavoro di Doremus, l'ho trovato molto delicato, intimo e, nonostante la scelta furba di prendere due attori che vengono dal fantasy e dintorni, poco adolescenziale. Imperfetto, però intenso. Che nella barbosa e impegnata Venezia poco ci c'entrasse, be', d'accordissimo. ;)
RispondiEliminaSicuramente, lo ripeto, il fatto di essermelo trovato in concorso a Venezia mi ha "infastidito" non poco... probabilmente il mio giudizio sarebbe stato meno severo. Però non mi emozionato per niente, anzi: mi sono decisamente annoiato nell'assistere a pezzi di scene "rubacciati" qua e là da pellicole più famose.
EliminaD'altronde, se lo fanno uscire a metà agosto ci sarà pure un motivo...
RispondiEliminaNon provo nemmeno a vederlo.
Buona serata!
Mauro
Esatto, Mauro: se non ci credono nemmeno i distributori...
EliminaKristen Stewart secondo me è maturata tantissimo, e sconta (purtroppo) dei pregiudizi assurdi su di lei... eppure in "Sils Maria" e "On the road" è davvero brava!
RispondiEliminaEppure forse proverò a dargli una chance. Forse.
RispondiEliminaProva... bisogna sempre farsi una propria opinione. Poi mi dirai :)
EliminaAnche a me piace la Kristen, certo ha ancora tanta strada da fare ma non capisco perchè con lei non si è stati indulgenti come per tante altre "teen" che affollano Hollywood. In più ha dimostrato anche di saperci fare, lavorando con registi importanti. Insomma, se Assayas (non l'ultimo arrivato!) l'ha voluta di nuovo con lui qualcosa ci avrà pure visto!
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo: in fin dei conti lei, come tante altre, si è fatta le ossa con i teen-movie per poi passare a film più seri. Con risultati, a mio avviso, tutt'altro che disprezzabili.
EliminaRecensione e ragionamento assolutamente condivisibili Sauro: non avendo avuto la fortuna di vederlo a Venezia (dove in effetti dovrebbe esserci il meglio o quasi del disponibile, considerando quanti titoli vengono visionati), non sono severo quanto te, anche perché questa cine-estate è stata davvero avara, ma è già molto arrivare ad una sufficienza. E' una pellicola a tratti poetica, dalle atmosfere eleganti e ovattate, con una messa in scena più che discreta, ma la mancanza di originalità e di qualsivoglia svolta nello script comporta frequenti abbassamenti di ritmo. Nel mio caso però c'è una carta più che vincente, cioè Kristen, sempre più matura e sdoganata ormai ovunque, molto meno da noi… e per questo non potevo non cogliere la rara occasione fornita dal tuo pezzo! Evidentemente "Sils Maria" (valanga di premi dalle associazioni di critici USA e César per la sua splendida Valentine), "Still Alice", "American Ultra", "Camp X-Ray" per alcuni non controbilanciano "Twilight" (ma, numeri alla mano, 9 e passa su 10 che ne parlano male l'hanno vista solo in questa saga). Che comunque resta una parentesi, seppure pessima. Dal momento che era già molto brava prima: “Adventureland”, “Welcome to the Rileys”, “The Runaways”, “Into the wild”, “Speak”, “The cake eaters” e “The yellow handkerchief” (per il quale un certo R. Ebert scrisse: “She is, quite simply, a wonderful actress. She shows a sure hand and an intrinsic power”). Mi fermo qui sennò divento noioso come “Equals”…
RispondiEliminaCiao Alex, grazie mille per il commento: ti chiedo scusa per il ritardo nella risposta ma ho fatto qualche giorno di ferie "trascurando" un po' il blog. Ovviamente sono d'accordo con tutto quello che hai scritto: a me, personalmente, la Kristen piace... ma trovo che anche un interlocutore "neutrale" non possa non riconoscere la sua maturazione artistica: il suo percorso non è difforme da quello di tante altre giovani attrici che, come è consuetudine, hanno iniziato la carriera con film giovanilistici e di poco spessore per poi crescere anagraficamente e professionalmente. Quello che davvero non capisco è perchè con la "povera" Kristen sono tutti così severi... mah!
Elimina