La notizia è arrivata durante i rigori di Italia-Germania, e nessuno o quasi ci ha fatto caso. E forse non poteva andare diversamente perchè Michael Cimino, morto stanotte a 77 anni in circostanze ancora ignote, non poteva certo lasciarci tra lustrini e paillettes... la sua vita, privata e pubblica, è sempre stata travagliata e piena di ostacoli, fatta di enormi alti e bassi, lampi di gioia e picchi di disperazione. Se n'è andato il regista (forse) più rappresentativo degli anni '80, autore di almeno due grandi capolavori della storia del cinema, che paradossalmente hanno segnato l'inizio e la fine della sua carriera: se i cinque oscar de Il cacciatore (1978) lo hanno portato alla ribalta, la tragica epopea de I Cancelli del Cielo (1980), flop clamoroso al botteghino, ha significato la sua dipartita dallo star-system hollywoodiano e il conseguente, successivo, totale ostracismo. Girerà in seguito altri film, discreti ma ignorati dal pubblico, fino al suo crepuscolo (ormai ben vent'anni fa): Verso il sole può considerarsi il suo film-manifesto, il suo film più sentito e appassionato, una specie di testamento artistico e spirituale. Ebbi la fortuna di vederlo al cinema, e ne rimasi folgorato: cercatelo e guardatelo, sarà il modo migliore per omaggiare il suo (immenso) regista.
VERSO IL SOLE
(The Sunchaser)
di Michael Cimino (Usa, 1996)
con Jon Seda, Woody Harrelson, Anne Bancroft
durata: 122 minuti
Brandon "blue" Monroe (Jon Seda), giovane ergastolano affetto da un cancro in fase terminale, durante una visita medica prende in ostaggio il medico del carcere, il dottor Michael Reynolds (Woody Harrelson) tentando una fuga impossibile verso le montagne sacre dello Utah, convinto che un bagno nelle magiche acque di un lago possa guarire il suo male. Comincia ovviamente la caccia all'uomo, anche allo scopo di liberare il medico: ma Reynolds, che durante la convivenza forzata ha stretto amicizia con il suo sequestratore, si trasformerà da ostaggio in complice e proverà in ogni modo ad aiutarlo a raggiungere l'obiettivo...
L'ultimo lungometraggio di Michael Cimino è un appassionante e straziante road-movie verso le origini del (proprio) cinema e del cinema americano in particolare: una specie di testamento artistico, poetico, contrassegnato dalla ricerca e dal ritorno ai temi classici e fondanti di un genere - il western - che è l'essenza stessa del cinema a stelle e strisce. Un racconto ancestrale, spirituale, che emoziona lo spettatore proprio per la sua disarmante sincerità e voglia di combattere, a qualunque costo, contro un "sistema" malato fino al midollo. La storia di Brandon Monroe è la storia dello stesso Cimino, personaggio brillante e mai disposto al compromesso, che Hollywood ha prima sedotto e poi abbandonato, non perdonandogli mai il fiasco del suo film più ambizioso e controverso, I Cancelli del Cielo (film imponente e incompreso, che causò il fallimento della storica United Artists, la società fondata da Charlie Chaplin).
Verso il sole è, prima di tutto, un viaggio iniziatico nel cuore dell'America moderna, e non è certo un caso che la trama ricorda molto quella de Un mondo perfetto, il film di Clint Eastwood del 1993 che, seppur con stile più asciutto e meno enfatico, tocca gli stessi argomenti: del resto Eastwood e Cimino si conoscevano e si frequentavano fin dal 1974, quando l'ex "cavaliere pallido" fu il protagonista del debutto alla regia del cineasta newyorchese, Una calibro 20 per lo specialista.
Verso il sole è un film girato più "di pancia" che di testa, lontano (volutamente) dallo stile intimista e strettamente personale delle opere precedenti di Cimino. E' una ballata tragica, triste, nostalgica, enormemente emozionante, visivamente meravigliosa: è un ritorno ai luoghi dell'anima e all'epopea "mitologica" (ma allo stesso tempo ingenua) di una nazione ormai prigioniera di se stessa e delle sue paure. Il canto del cigno di regista (e di un cinema) bigger than life, che ci mancherà tantissimo.
Una gran brutta notizia, dannato 2016. Me lo ricordo bene questo film, un grande capolavoro. Ottimo il tuo ricordo.
RispondiEliminaBuona domenica.
Mauro
Grazie Mauro, se ti ricordi di questo film significa che sei un intenditore :D non nasconderti più!
Eliminabrutto anno questo 2016...il film confesso di non averlo mai visto; per me Cimino è stato soprattutto il Cacciatore, inutile negarlo , tra l'altro film amatissimo dalla buonanima di mio padre...
RispondiEliminaCredo che per chi ha una certa età e ha vissuto un certo periodo della vita, "Il cacciatore" sia stata davvero una visione imprescindibile: e tuo padre, probabilmente, l'ha visto e vissuto proprio nel momento "giusto". In questo, lo invidio (in senso buono, ovviamente)
EliminaUna perdita dietro l'altra, meno male che ci sono i loro film a renderli immortali.
RispondiEliminaVerissimo. Cimino non girava un film intero da vent'anni, eppure nessuno poteva dimenticarlo: i suoi film hanno caratterizzato una generazione intera (e non solo)
Eliminaanch'io l'avevo visto al cinema, una visione bellissima, leggo da qualche parte che è un film minore, che si cambino gli occhiali
RispondiEliminaUn film "minore" di Cimino è ben "maggiore" di un'infinità di film mediocri di un'infinità di altri registi... sei uno dei pochi (insieme al sottoscritto) che lo ha visto al cinema, ed è un gran merito.
EliminaSì, se n'è andato un gigante... gran brutto giorno.
RispondiEliminafilm quasi dimenticato. Bellissimo
RispondiEliminaAssolutamente sì!
EliminaAltro brutto colpo inferto da un 2016 crudele.
RispondiEliminaHai scelto comunque un film che ho sempre amato per omaggiare un grandissimo sempre troppo sottovalutato.
Mi fa piacere che tu l'abbia visto, sei tra i pochissimi... benvenuto nel club, grande Ford! :D
Eliminaun film incredibile, una vergogna che non sia mai stato rimasterizzato.
RispondiEliminaE' quasi sconosciuto ai più, ce l' ho in videocassetta da qualche parte perché mia mamma che l' aveva visto al cinema si era invasata. visto decine di volte nei vari rip ma ripeto è una vergogna che non venga rimasterizzato. uno scempio
Non sapevo che fosse così introvabile... non posso che darti ragione, è davvero assurdo! Speriamo che qualche distributore "lungimirante" si svegli, almeno adesso, per celebrare la morte dell'autore. Grazie per il commento.
EliminaHo visto questo film più e più volte e vi posso garantire che ti lascia più di qualcosa...anche e sopratutto alle persone più scettiche ...grazie per questo omaggio
RispondiEliminaGrazie a te per essere passato e per il commento! E' vero, è proprio un gran film...
Eliminagrandissimo film, recentemente ho fatto la rassegna dedicata a Cimino, ampiamente dovuta per ogni cinefilo, e questo film ha folgorato anche me xD
RispondiEliminaGrazie a te, Arwen! Grazie per aver riportato in luce questo vecchio post e, soprattutto, questo bellissimo film!
EliminaSpoiler.
RispondiEliminaBlue muore alla fine (lo viene a prendere l'indiano e lo porta nell'aldilà). Il medico invece sopravvive e va il galera.
Ma i flashback in bianco e nero perché sono uguali? Sia quando parla Blue che quando parla il medico c'è un ragazzo pelato che da' l' anello a un altro ragazzo.
Che vuole dire questa scena? Che il male è uguale per tutti e non esiste estetica o età? E i due sono uniti dal male perché il medico perse il fratello da piccolo?!
Gentilmente fammi una tua ricostruzione con spoiler
EliminaEccomi. Scusami tanto, davvero, per il ritardo nella risposta. Che però non credo ti soddisferà... in questi giorni ho provato a rivedere il film perché, onestamente, è passato troppo tempo da quando l'ho visto l'ultima volta e non mi ricordo granché. Solo che non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte (se non a pagamento) e quindi non mi esprimo. Da quello che mi ricordo propenderei per la prima che hai detto, ovvero che il male è democratico e ci riunisce tutti... il bianco e nero serve ad appiattire le sorti e accomunare i destini. Però, davvero, dovrei rivederlo per formulare un'opinione sensata. Perdonami.
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