(id.)
di Alex Infascelli (Italia, 2016)
con Emilio D'Alessandro
durata: 78 minuti
★★★★☆
"Ancora adesso, ogni volta che in casa suona il telefono, mi aspetto che dall'altra parte ci sia Stanley". Lo Stanley in questione è proprio Stanley Kubrick, e la persona che pronuncia questa frase non è nè matta nè megalomane, perchè Emilio D'Alessandro (75 anni ben portati, sguardo e modi da persona semplicissima) quelle telefonate le riceveva davvero, a qualsiasi ora del giorno e della notte... Emilio è stato per quasi trent'anni autista, segretario, factotum, confidente e uomo di fiducia del grande regista americano: una storia incredibile la sua, di quelle che assomigliano alle favole o ai racconti di un tempo che non c'è più, e che ora Alex Infascelli ha deciso (per fortuna!) di raccontare anche a noi, dando la parola al protagonista.
Emilio D'Alessandro nel 1970 era un immigrato italiano come tanti: dalla sua Cassino si era spostato a Londra in cerca di lavoro trovando impiego come tassista, ma mai e poi mai si sarebbe immaginato cosa potesse accadergli in una fredda e nevosa serata di dicembre quando, unico uomo in strada in tutta la capitale inglese, ricevette una consegna a dir poco insolita: trasportare dal'altra parte della città un enorme fallo di ceramica, che faticava persino ad entrare in macchina... Emilio non poteva sapere che il luogo di destinazione dello strano oggetto era il set di Arancia Meccanica, e che ad aspettarlo ci fosse Kubrick in persona, rimasto impressionato da quel piccolo uomo che, sfidando le intemperie, era arrivato puntuale all'appuntamento. Da quel giorno, con una stretta di mano, le loro strade si incrociarono per non separarsi più fino al 1999, anno della morte del regista.
D'Alessandro non sapeva niente di cinema, non sapeva chi fosse, all'inizio. lo strano personaggio che attraverso bigliettini e telefonate gli commissionava ordini di ogni tipo, dai compiti delicati a quelli più assurdi: dalla manutenzione delle auto alla gestione delle scenografie, dal pagamento dei fornitori al cibo per i gatti, dai sopralluoghi nelle varie location alla spesa settimanale... Emilio diventa il tuttofare di Kubrick, il suo braccio destro, l'uomo in cui il grande cineasta riponeva la fiducia più totale tanto da non volersene mai separare, per nessun motivo: quando, nei primi anni '90, Emilio con moglie e figli decide di tornarsene in Italia per assistere i genitori anziani, Kubrick riuscì con varie scuse a fargli rinviare la partenza di almeno un paio d'anni, disposto a sobbarcarsi perfino il trasporto e l'alloggio di tutta la famiglia...
S is for Stanley è il racconto, in prima persona, di una relazione totalizzante e quasi ossessiva, ma assolutamente volontaria: Emilio vedeva in Kubrick il padre che non aveva mai conosciuto, Kubrick vedeva in Emilio la figura per allentare le proprie, proverbiali ossessioni. Un rapporto strettissimo ma non malato, intimo ma rispettoso dei ruoli. Emilio non aveva la pretesa di tenere testa a Kubrick, ma non esitava a fornire il proprio parere se richiesto ("Jack Nicholson mi sembrava un bravo attore, ma sniffava strane polverine e importunava le ragazze. Dissi a Stanley: perchè non prendi Charles Bronson?"). Kubrick si fidava ciecamente di lui: alla fine di ogni film Emilio poteva "prelevare" dal set, assolutamente gratis, qualsiasi cosa gli piacesse. Così oggi possiamo vedere i tappeti originali di Shining nel soggiorno di casa sua e gli elmetti di Full Metal Jacket in garage, pronti ad essere usati per quando va in campagna con il trattore...
Ispirato al libro-intervista di Filippo Ulivieri, il primo a scoprire questa storia incredibile e a scrivere, insieme ad Emilio, il volume "Stanley Kubrick e me", il documentario di Infascelli è un piccolo gioiello in grado di svelare meglio di chiunque altro la personalità particolarissima e impegnativa del regista americano: S is for Stanley è un ritratto pudico ma appassionante, straordinario nella sua assoluta "normalità" e anche rispettoso dei fatti: il Kubrick che ci viene descritto non è affatto il personaggio paranoico, tiranno, recluso e intrattabile come molti pseudo-conoscitori hanno scritto, bensì una persona (indubbiamente) maniacale ma altrettanto generosa, ingombrante ma profondamente umana. E se all'inizio del film si fanno grandi risate con Emilio che racconta svariati e divertenti aneddoti dei suoi tanti anni di collaborazione, nel finale è impossibile non commuoversi quando lo stesso Emilio, con la voce rotta dall'emozione, rievoca l'ultimo periodo di vita di un Kubrick stanco e malato tuttavia ancora ansioso di sconvolgere il mondo (del cinema, ma non solo).
S is for Stanley è stato (mal)distribuito, colpevolmente, al cinema per UN solo giorno, e il sottoscritto l'ha visto quasi per caso... tuttavia i diritti di visione per libro e film sono stati acquistati da Feltrinelli Real Cinema che, verosimilmente, farà uscire presto il cofanetto per l'home-video: prenotatelo, perderlo sarebbe davvero un peccato!
E' uscito solo il 30/5 praticamente senza pubblicità, ma si può?
RispondiEliminaSpero in un recupero televisivo.
Mauro
Cosa aggiungere, Mauro? L'ho detto sopra... distribuzione folle! Mi auguro davvero che possa essere disponibile presto per l'home-video: merita davvero!
EliminaDev'essere davvero bello! Commento banale ma non posso dire altro dal momento che, appunto, è stato pressochè impossibile vederlo :(
RispondiEliminaCome sopra: mi auguro che o in televisione o nel mercato dell'home-video sia possibile vedere prima o poi (più prima che poi) questo gioiellino!
EliminaSe dopo un anno e mezzo finalmente potrò vedere Il racconto dei racconti, magari avrò la speranza di vedere questo documentario!
RispondiEliminaBrava! Mai perdere la speranza :D
EliminaE' anche uscito Fuocoammare! Yay!
EliminaDa me arriverà un po' a sorpresa il 20/6 e visto come ne parli non me lo lascerò scappare! Pubblicità pari a zero, comunque, un peccato...
RispondiEliminaNon lasciartelo scappare, Lisa! E'una "chicca" per cinefili... o almeno per coloro che riusciranno a vederlo. Distribuzione assurda, ne convngo.
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