lunedì 6 luglio 2015

THE OTHER SIDE (OF AMERICA)


La visione di Louisiana, l' "altro" film italiano a Cannes, riporta inevitabilmente alla memoria certe famose pellicole sul tema... un tema importante, quello dell'altra faccia dell'America, paese immenso e pieno di contraddizioni che quasi sempre ci viene mostrato dal lato "buono", mentre difficilmente vediamo quello che c'è ben nascosto sotto al tappeto: l'America dei bassifondi, delle baracche, dei senzatetto, delle strade polverose e violente, dei grandi spazi deserti e spopolati...
Sette film importanti, alcuni capolavori, altri "solo" bellissimi, che ormai costituiscono quasi un genere cinematografico. E che ci aiutano a capire meglio.

UNA STORIA VERA
(di David Lynch, Usa 1999)
Un road-movie a 10 km/h, quelli che il vecchio Alvin Straight macina a bordo di un tosaerba per raggiungere il fratello malato... un viaggio lento, contemplativo, emozionante, alla scoperta di un'America rurale e lontana dal caos delle metropoli, fatta di persone semplici e genuine, che restituiscono i valori fondanti della vita. Forse il film più bello di Lynch, capolavoro assoluto e senza tempo.

LA TERRA DELL'ABBONDANZA
(di Wim Wenders, Usa 2004)
Il titolo è ovviamente ironico: l'America dipinta da Wenders, impaurita dal dopo 11/9 e rinchiusasi ancor più in se stessa, non è esattamente un paradiso terrestre. La giovane Lana, rientrata in patria dopo aver trascorso lunghi anni all'estero in missione umanitaria, in pratica è l'alter-ego del regista: il suo sguardo, malinconico e disincantato, dolcissimo e struggente, ci fa amare questo bel film che descrive bene un paese in grave crisi d'identità raccontato con gli occhi di un cittadino europeo, e quindi "neutrale". Emozionanti le musiche di Leonard Cohen.

BELOW SEA LEVEL
(di Gianfranco Rosi, Italia 2008)
Una comunità di homeless che vive in mezzo al deserto, in New Mexico, quaranta metri sotto il livello del mare. Una città-fantasma, non segnalata nelle carte geografiche ma ben presente nelle vite di coloro che la abitano: molti per necessità, ma qualcuno anche per scelta... Gianfranco Rosi ha vissuto per tre anni in mezzo a loro, firmando un documentario quasi miracoloso per rigore e contenuti, di disarmante umanità. Per chi non lo avesse visto, da recuperare assolutamente.

UN GELIDO INVERNO
(di Debra Granik, Usa 2010)
Dolly è una sedicenne cresciuta fin troppo in fretta nelle gelide e desolate montagne del Missouri: costretta a prendersi cura dei fratelli, deve fare i conti con una madre scapestrata e con un padre assente e truffatore. Il film che ha rivelato il talento di Jennifer Lawrence, splendida protagonista, è uno spaccato durissimo della provincia americana, retrograda, laida e assurdamente conservatrice, che non concede alcun futuro a chi ha avuto la sfortuna di nascervi.

KILLER JOE
(di William Friedkin, Usa 2011)
Poliziesco strampalato e "caciarone", ruvido e sempre sopra le righe, allegro divertissement che il veterano William Friedkin si è concesso durante i suoi rari momenti di vacanza, rilanciando un attore all'epoca sottovalutato come Matthew Mc Counaughey. Aldilà dell'aspetto goliardico è un' amara istantanea sull'America dei bassifondi che il regista si è senz'altro divertito molto a girare... ma la sua visione cinica, sarcastica e inevitabilmente feroce su un certo tipo di società è evidente e intatta.

RE DELLA TERRA SELVAGGIA
(di Benh Zeitlin, Usa 2012)
Difficile per lo spettatore "occidentale" calarsi in una fiaba iperrealista come questa, fatta di miseria, depressione, istinto di sopravvivenza e perfino un pizzico di magia "nera", ambientata in uno dei luoghi più inospitali del mondo (siamo nelle paludi intorno a New Orleans, appena dopo il passaggio del tremendo uragano Katrina). Un luogo dove l'economia e la globalizzazione, esattamente come le alluvioni, spazzano via gli strati più bassi della scala sociale, nonchè la dignità degli uomini.

NEBRASKA
(di Alexander Payne, Usa 2013)
Uno dei film americani più sottovalutati degli ultimi anni, un toccante e critico viaggio attraverso il Midwest, gli stati centrali degli Usa, desertici, spopolati, dagli spazi immensi e abitati da piccoli uomini, la cui mentalità non va oltre il proprio naso. Il viaggio del vecchio Woody verso una ricchezza agognata e (ovviamente) fasulla è tanto amaro quanto commovente, un po' come il film stesso, e diventa il pretesto per alimentare una riflessione sul passato e la storia di una nazione intera.

7 commenti:

  1. Bella interpretazione della Lawrence in gelido inverno. E grande Nebraska!

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    1. "Un gelido inverno" è il film che ha lanciato Jennifer Lawrence: me la ricordo ancora, ragazzina timida e spaurita, alla "prima" veneziana del film... ma è cresciuta molto in fretta!

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  2. Mi manca Below sea level, a questo punto mi sa tanto che dovrò recuperarlo.

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    1. Sì, per me "Below Sea Level" è un capolavoro assoluto. E si trova facilmente in rete, addirittura credo che sia anche su youtube in versione originale sottotitolata. Imperdibile!

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  3. Nell'elenco inserirei Mud (con Matthew Maccoso) e Frozen River con la brava Melissa Di Leo
    Giordy

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    1. Sì, anche "Mud" ci starebbe benissimo in questa playslist. "Frozen River" non l'ho visto, ma ti credo in parola!

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  4. Non ho visto aun..me attira molta attenzione dopo l'incontro con la sinossi , e prenderò in considerazione .
    Grazie

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