(id.)
di Kristian Levring (Danimarca, 2014)
con Mads Mikkelsen, Jeffrey Dean Morgan, Eva Green, Eric Cantona, Jonathan Pryce
durata: 90 minuti
★★★☆☆
1870. Il sogno di Jon, immigrato danese sfuggito alla guerra contro la Prussia, si scontra con la dura realtà del selvaggio West: durante un tragitto in diligenza due balordi gli uccidono brutalmente moglie e figlio senza che lui possa impedirlo. Jon, assetato di vendetta, insegue i banditi e li ammazza a sua volta insieme agli altri componenti della banda: uno di loro è il fratello dello spietato fuorilegge Delarue, un ex-soldato che tiene in pugno (con la paura) il piccolo villaggio di Black Creek e pretende sacrifici umani se non gli verrà consegnato l'assassino di suo fratello. Jon, straniero in terra straniera, ripudiato dall'omertosa comunità locale, si ritrova da solo a combattere contro il feroce despota...
The Salvation è l'ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, dell'immortalità e della vitalità di un genere apparentemente desueto come il western, qui visto addirittura attraverso gli occhi di un eclettico regista danese, fondatore insieme a Lars Von Trier del movimento Dogma 95 e voglioso, dichiaratamente, di omaggiare quello che è il cinema americano per eccellenza... anche se sarebbe inesatto catalogare il film di Levring come la semplice rivisitazione di un genere: in The Salvation ci sono infatti evidenti (e voluti) riferimenti alla storia contemporanea e alla società attuale, a testimonianza di come il western sia, davvero, più un modo di intendere la storia e interpretare il presente piuttosto che un genere nostalgico e fascinoso (come potrebbe sembrare, superficialmente, a una prima frettolosa analisi).
Non a caso infatti il protagonista è un profugo danese fuggito da un paese in guerra e sbarcato in America in cerca di un illusorio benessere, il quale però scoprirà ben presto, a sue spese, che anche nel vagheggiato Nuovomondo la meschinità della gente, la paura del "diverso" e l'assenza dello Stato e delle Istituzioni possono rendere impossibile la pacifica convivenza di un uomo onesto, tranquillo e desideroso di integrarsi (e costretto, suo malgrado, a trasformarsi in un vendicatore sanguinario e senza scrupoli per garantirsi la sopravvivenza). E' fin troppo evidente leggere in queste righe molti rimandi alla cinematografia danese degli ultimi anni: la mente corre subito a Il Sospetto di Vinterberg, oppure a Valhalla Rising di Winding Refn, guardacaso intepretati tutti dallo stesso attore, il bravissimo Mad Mikkelsen, ormai specializzato nei ruoli di "vendicatore" dolente e ben poco loquace...
Insomma: il western non è soltanto un genere cinematografico, ma una vera e propria concezione "trasversale" della storia e della cultura del mondo, qui rappresentata attraverso una pellicola forse più emblematica che bella, importante nei contenuti ma dalla confezione piuttosto rigida: il difetto più evidente di The Salvation è infatti l'eccessiva stereotipizzazione della storia, davvero troppo scontata e classicheggiante, troppo anche per essere un omaggio al genere. Non convince fino in fondo nemmeno l'eccessivo uso degli effetti speciali e della computer-graphics, legato probabilmente allo scarso budget a disposizione: personalmente, in un western "vero" vorrei vedere le strade bianche e sterrate riprese dal vivo, così come la fotografia sgranata e un bel po' "sporca", sensazioni che stridono abbastanza con la perfetta nitidezza del digitale, a mio avviso del tutto inadeguato per questo tipo di film... il western è sudore e polvere, rumore e classicità, sensazioni "fisiche" che qui appaiono giocoforza impersonali e distaccate.
Ma, aldilà degli aspetti tecnici, il film di Levring è comunque molto piacevole da vedere, soprattutto per gli appassionati del genere. Merito anche di un gruppo di ottimi attori che impreziosisce il risultato finale: Mads Mikkelsen, come detto, è davvero un Clint Eastwood moderno, Jeffrey Dean Morgan un villain perfettamente calato nel ruolo, mentre la sempre splendida Eva Green riesce bene ad esprimere fino in fondo tutta la sofferenza e la tragicità del suo personaggio (che non vi anticipo). Dulcis in fundo, buona anche la prova dell'ex-calciatore Eric Cantona, che ormai può vantare un curriculum cinematografico di tutto rispetto: e questa, indubbiamente, era la sfida più difficile!
Film che a pelle mi ispira molto, nonostante il western non sia il mio genere preferito. Credo sia per merito di Mikkelsen, uno dei miei attori preferiti, e di Eva Green, che è sempre un bel vedere ovunque la si metta. Poi anche per Jeffrey Dean Morgan, attore per me molto bravo (il suo Comico in "Watchmen" è davvero sopraffino) ma che Hollywood non si è mai corteggiato troppo.
RispondiEliminaLa tua recensione mi fa ben sperare, nonostante mi abbassi un poco le aspettative.
Non so quali siano le tue aspettative, comunque il film è più che dignitoso e si vede con piacere: e in effetti il cast è davvero azzeccato, dagli attori protagonisti alla Green che... non sarà molto "loquace" ma, davvero, si lascia guardare eccome!
EliminaNon lo conoscevo, ma se è un omaggio al genere mi precipito! Grazie della segnalazione.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Mauro
Credo proprio che di piacerà, Mauro! Grazie del commento.
EliminaMi pare una cosa molto fordiana.
RispondiEliminaSpero di recuperarlo presto.
Se lo vedi per quello che è, vale a dire un omaggio affettuoso e sincero (per me) a un genere 'epico' di suo, potrebbe piacerti. Io l'ho trovato un po' troppo didascalico e scontato, ma la confezione è ottima e gli interpreti sono tutti all'altezza. Si può vedere e ci si diverte anche.
EliminaEnnesimo western crepuscolare, come tanti. Anonimo.
RispondiEliminaNo, dai... anonimo no. E' un film che fa dichiaratamente il verso a un genere cinematografico che è entrato nell'immaginario collettivo della gente, e secondo me il risultato finale è più che sufficiente. Storia banale e poco pathos, concordo, però la messinscena è all'altezza. Abbiamo visto ben di peggio!
EliminaSì, un film fatto di silenzi e sofferenze. E Mikkelsen, come detto, è perfetto per il ruolo :)
RispondiEliminaAlla fine visto e... beh, fa il suo lavoro, ma a parte l'ottimo cast il resto non è che mi abbia molto entusiasmato. E concordo sul fatto che sia troppo poco 'sporco'.
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