L'Autostrada del Sole compie cinquant'anni. Nell'ottobre del 1964 venne inaugurato l'ultimo tratto mancante, quello tra Chiusi e Orvieto, e l'Italia diventò improvvisamente più vicina: per percorrere i 750 chilometri che separavano Milano da Napoli si impiegavano circa otto ore. Prima servivano almeno due giorni di viaggio in un dedalo di strade statali e provinciali che comprendeva anche il Passo della Futa... Per realizzarla occorsero otto anni di lavoro, a una media di cento chilometri all'anno, e il costo fu inferiore a quanto si è speso finora per ammodernare la Salerno-Reggio Calabria, opera di cui non sappiamo se riusciremo mai a vedere la fine.
Erano gli anni ingenui del 'boom' economico, e non si parlava ancora di tangenti, appalti truccati e lavori interminabili: la gente si rimboccava le maniche, assaporava il benessere, e soprattutto consumava: inutile dire che la realizzazione dell'autostrada fu manna dal cielo per la Fiat e per i distributori di benzina, che videro accrescere i loro guadagni in maniera esponenziale. Ma anche la gente comune non se la passava male: per acquistare un'utilitaria bastavano sei-sette stipendi da operaio (fate il raffronto con oggi) e la domenica si pagava volentieri il pedaggio per andare a fare un picnic all'autogrill...
Chiesa di S.Giovanni Battista, patrono degli automobilisti |
E' curioso che il cinema, da sempre attento ai grandi mutamenti sociali, da noi abbia dedicato pochissimi film al viaggio, quasi ritenendo che il road-movie fosse una prerogativa tipicamente americana, legata al mito dei 'grandi spazi' e i panorami mozzafiato... escluso Il sorpasso, capolavoro assoluto e senza tempo, i titoli italiani 'on the road' si contano sulle dita di due mani: sono perlopiù commedie, in cui spesso il viaggio è un pretesto per imbastire una trama. Avrei voluto fare una playlist 'celebrativa' ben più ricca e qualitativamente più valida, ma questi sotto sono gli unici film che mi sono venuti in mente (tra quelli degni di menzione, escludendo vanzinate e parentate varie...)
Devo sbilanciarmi? Per me, forse, il più bel film italiano di sempre. Un ritratto impietoso e dissacrante dell'italiano medio: cialtrone, menefreghista, superficiale e con pochi scrupoli. Un'Italietta già soffocata dal culto della 'roba', inebriata dal consumismo, dove un'Aurelia decappottabile supercompressa era già status-symbol e uno come Bruno Cortona potevi ritrovartelo tra capo e collo in qualsiasi momento. Più che un film, un simbolo.
BIANCO, ROSSO E VERDONE (1981, di Carlo Verdone)
In occasione delle elezioni politiche, tre uomini affrontano lunghi viaggi in macchina per tornare a casa a votare... Verdone, uno e trino, racconta a modo suo il Paese attraverso tre macchiette di ordinaria italianità: non sarà cinema di gran classe, ma si ride a crepapelle, pur a denti stretti. Come un po' in tutti i film del buon Carlo.
TURNE' (1990, di Gabriele Salvatores)
Un Salvatores prima maniera, malinconico e amaro, racconta la storia di due amici teatranti che, durante una tourneè in giro per l'Italia, incrociano problemi lavorativi con quelli personali (l'uno è innamorato della fidanzata dell'altro...). Film sull'amicizia virile tra uomini, con Abatantuono e Bentivoglio (specialmente il primo) a ottimi livelli.
TRE UOMINI E UNA GAMBA (1997, di Aldo, Giovanni, Giacomo e Massimo Venier)
Quando Aldo, Giovanni e Giacomo erano ancora i comici caustici e dissacranti che eravamo, purtroppo, abituati a vedere. Registicamente poco curato, il film si basa tutto sulle performances dei tre protagonisti: un esilarante on the road da Milano a Gallipoli, dove uno del terzetto dovrà sposare la figlia del proprio datore di lavoro. Gag a non finire, divertimento assicurato.
I PRIMI DELLA LISTA (2011, d Roan Johnson)
Cronaca di una bischerata memorabile: tre musicisti sfaccendati e nullatenenti, politicamente schierati (si fa per dire) scambiano la parata militare del 2 giugno per un colpo di stato e fuggono, da Pisa, verso il confine jugoslavo: finiranno diretti in un carcere austriaco (!) dove chiederanno asilo politico... storia talmente assurda da essere, incredibilmente, vera!
Il sorpasso è magnifico!
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