giovedì 19 settembre 2013

VIA CASTELLANA BANDIERA

(id.)
di Emma Dante (Italia, 2013)
con Elena Cotta, Emma Dante, Alba Rohrwacher, Dario Casarolo, Renato Malfatti
durata: 90 min.


Un duello rusticano sotto il sole di Palermo, in un pomeriggio di una domenica qualsiasi: due giovanotte sboccate e fidanzate tra loro vagano sperdute per le vie tortuose del capoluogo siculo. Finiscono in Via Castellana Bandiera, una stradina stretta a doppio senso dove due macchine non possono proprio scambiarsi se non cedendo il passo a chi viene nella direzione opposta. Ma l'anziana Samira proprio non ci pensa a lasciar passare le due sgualdrinelle... e così una banale precedenza diventa il pretesto per una sfida all'ultimo sangue tra donne cocciute (in senso tutt'altro che figurato)

 Emma Dante ha abitato per anni in Via Castellana Bandiera, ed era quasi naturale che per il suo debutto sul grande schermo scegliesse una location a lei familiare: il film, iconico e grottesco, volutamente sopra le righe, è una palese metafora sull'incomunicabilità e gli istinti peggiori dell'animo umano, le cui tensioni nervose sono ben rese dai primi piani fatti con la camera a spalla (per una volta funzionali al disegno) e dal sonoro tipicamente locale, rumoroso, esagitato, follemente amplificato, perfetto nel mettere a disagio lo spettatore. La strada diventa così un simbolo del nostro tempo, di un presente dove troppe volte le questioni rimangono irrisolte o degenerano in tragedia solo per ostinazione e sciocco orgoglio personale.


Per essere un'opera prima, Via Castellana Bandiera è un buon esordio, oltretutto impreziosito da un cast assolutamente all'altezza e in parte (Elena Cotta si è perfino aggiudicata la Coppi Volpi a Venezia - premio forse un po' esagerato ma non scandaloso - mentre Alba Rohrwacher e la stessa Emma Dante formano una coppia davvero ben assortita). Gli unici dubbi (che riguardano unicamente il sottoscritto, ci tengo a dirlo) vengono proprio dall'impostazione eccessivamente 'teatrale' dell'opera che rubano significato al cinema stesso: questa storia poteva  benissimo essere rappresentata su un palcoscenico esattamente con la stessa sceneggiatura e le stesse inquadrature... ergo: che cosa c'è di davvero 'cinematografico' in questa pellicola? Che differenza c'è tra cinema e teatro filmato? Domande forse capziose ma che per chi scrive hanno la loro importanza ai fini del giudizio. Se non ve ne importa nulla (come è giusto e probabile) andate a vederlo al cinema e scommettete pure su quale delle protagoniste cederà per prima.
Ma attenzione, il finale è decisamente imprevedibile...

5 commenti:

  1. Spero di fare in tempo a vederlo perché mi incuriosisce.

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    1. Devi sperare prima di tutto che esca... qui in Toscana UNA sala in tutta la regione!!

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    2. A Torino ho visto che è in programmazione in ben TRE sale, peccato che io non possa ancora andare al cinema, quindi mi auguro che non lo tolgano già la settimana prossima!

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  2. Ne avevamo già parlato in quel di Venezia e sai già cosa ne penso. Pur essendo il film derivato da un testo teatrale, io personalmente non ho avvertito il peso di una "zavorra" teatrale, e questo è un elemento che (almeno per me) è sufficiente per considerare la Dante (anche) come una brava regista di cinema. Contrariamente ai miei pregiudizi iniziali, infondati, per me questo film rappresenta un ottimo esempio di "film italiano da concorso" che scorre liscio pur avendo una certa pregnanza di significati. La durata, magari, quella è un pò eccessiva ma vabbè.

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    1. Nessun dubbio che il film rappresenti un ottimo esordio. Come ho già scritto, quest'anno finalmente la selezione italiana era davvero 'all'altezza' del concorso (e non solo per la vittoria di Rosi). Il premio a Elena Cotta ne è la riprova: credo che con questa Coppa Volpi i giurati abbiano voluto premiare non tanto l'interpretazione dell'attrice (quella di Judi Dench era senz'altro superiore) quanto il film in sè. Un'opera prima assolutamente notevole.

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