di Riccardo Milani (Italia, 2013)
con Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello, Remo Girone, Massimo Popolizio, Cesare Bocci, Gianni Cavina, Omero Antonutti
VOTO: ***/5
Basterebbe una sola scena per farci piacere Benvenuto Presidente: è quella in cui Giuseppe Garibaldi (alias Claudio Bisio) durante il suo dicorso di dimissioni ricorda a tutti noi che il Parlamento non è composto da una massa di alieni urlanti, ma di individui che noi stessi abbiamo messo su quegli scranni e che quindi, nel bene ma soprattutto nel male, provengono dalla nostra stessa società: sono cioè esattamente come noi, e se gli italiani sono un popolo di furbi, evasori e menefreghisti, i nostri rappresentanti non possono certo essere migliori. Insomma, ogni riferimento al qualunquismo grillino non è per niente casuale. E indubbiamente fa specie il fatto che al giorno d'oggi tutti i film italiani che parlano di politica lo facciano esclusivamente attraverso la satira (pensiamo a Tutto tutto niente niente e Viva la libertà). Segno inquivocabile dei tempi che corrono..
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Ma noi non facciamo politica e parliamo di cinema: diciamo perciò che Benvenuto Presidente è un film godibile e tutto sommato ben costruito, pur con i soliti difetti strutturali della commedia italiana attuale (un po' troppo didascalico, personaggi eccessivamente macchiettistici, sceneggiatura in certi punti tirata per i capelli e, soprattutto, una comità poco 'graffiante' e ben attenta a non urtare la suscettibilità di nessuno...). E che ha in Claudio Bisio il mattatore assoluto: bisogna riconoscere infatti al comico milanese una notevole maturazione cinematografica, insospettabile fino a pochi anni fa quando sembrava davvero difficile che potesse replicare sul grande schermo i successi dei suoi sketch teatrali e televisivi. Si diceva che l'ironia di Bisio non avesse i tempi giusti del cinema, che non fosse capace di reggere un film intero... e invece da Si può fare in poi, passando per Amori, bugie e calcetto, Benvenuti al Sud e Bar Sport, questo bravissimo caratterista ha dimostrato di essere un comico di razza, specializzato in ruoli brillanti e surreali. Proprio come questo.
Claudio Bisio e Kasia Smutniak |
Giuseppe Garibaldi è un bibliotecario precario di un minuscolo paesino dell'alto Piemonte, bonaccione, sempliciotto e con l'hobby della pesca. Un giorno viene a sapere di essere stato eletto Presidente della Repubblica Italiana... non è uno scherzo: non riuscendo a mettersi d'accordo su un nome, i partiti hanno dato ordine ai loro deputati e senatori di scrivere sulla scheda, a scopo provocatorio, proprio il nome dell'eroe dei due mondi. Doveva essere una boutade, e invece si viene a scoprire che, perlappunto, esiste proprio un Signor Garibaldi che possiede tutti i requisiti per essere eletto! Apriti cielo! Il neo-presidente dapprima cerca ovviamente di dimettersi, ma poi constatato il marciume che regna nei palazzi del Potere, decide di esercitare il suo ruolo con la massima serietà possibile... ad aiutarlo nel suo lavoro ci sarà un'impeccabile (e bellissima) segretaria di stato (Kasia Smutniak) con cui, ovviamente, si instaurerà ben presto un rapporto... particolare!
Cesare Bocci, Massimo Popolizio, Giuseppe Fiorello |
Il gioco di equivoci e gag a tema 'istituzionale' regge bene, seppur con parecchie semplificazioni e qualche fisiologico scivolone nella demagogia. Ovviamente è impossibile prendere sul serio la storia, però il film di Riccardo Milani riesce benissimo a rendere l'idea di una classe politica sorda e lontanissima dalla gente, che ha ormai del tutto perso la propria credibilità. Discrete ed efficaci a tal proposito le figure dei tre esponenti dei partiti maggiori (interpretate da Giuseppe Fiorello, Massimo Popolizio e Cesare Bocci), anche se il personaggio meglio costruito alla fine risulta essere il 'maneggione' Gianni Cavina, l'uomo al servizio dei Poteri Forti, che di mestiere getta fango a pagamento e si occupa del 'lavoro sporco': è soltanto una commedia, eppure questa figura riesce lo stesso a trasmettere una reale sensazione di inquietudine. Tipica di chi, come gli Italiani, sa di avere la coscienza sporca.
Sono sospettoso sulle commedie italiane Dell' ultimo periodo: troppo sempliciotte e un po' cafone. È ho paura che nel monologo di Bisio fatto a Sanremo ci stia tutta la sua parte nel film. Ma la tua recensione mi incuriosisce. Lo vedrò e spero di essere smentito.
RispondiEliminaFai bene a sospettare, in effetti buona parte delle commedie italiane attuali sono ben sotto il limite di sopportazione... per quanto riguarda questa, chiaramente non ci si deve aspettare troppo e va presa per quello che è: un po' sempliciotta sicuramente, ma nient'affatto volgare. Bisio è il mattatore assoluto, a me fa ridere anche quando sta zitto con quella faccia lì :)
EliminaPer me si può vedere, a ogni modo aspetto il tuo commento!
pessimo insieme a Viva L'italia.
RispondiEliminaCattivissimo sei! :)
EliminaNonostante i sempre enormi dubbi che mi assalgono, di fronte a film di questo genere, beh, quasi quasi con questo faccio uno strappo e vado. ;)
RispondiEliminaCome dice un mio amico (piu' che altro per prendermi in giro), " non si vive di solo Tarkovskij" :) e ha ragione: una 'bottarella' di leggerezza ogni tanto non fa male... e questo film secondo me è genuino, aldilà del gusto personale. Fammi sapere comunque!
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