di Kathryn Bigelow (USA, 2013)
con Jessica Chastain, Jason Clarke, Jennifer Ehle, Joel Edgerton, James Gandolfini
★★★★★
Mezzanotte e mezza, nel gergo militare. Questo significa Zero Dark Thirty, ed è ovviamente l'ora dell'assalto al fortino di Osama Bin Laden. Ovvero il 'Pericolo Pubblico Numero Uno', l'uomo che per un decennio ha terrorizzato l'America e il mondo intero. Kathryn Bigelow impiega 157 minuti (tutti necessari) per raccontarci dieci anni di storia in cui i servizi segreti americani hanno usato ogni mezzo, più o meno lecito, per catturare il bandito più celebre della storia moderna.
Già, più o meno lecito. Perchè qui sta il nocciolo di questo importante e bellissimo film, che ha scatenato furiose polemiche in patria e allontanato il pubblico dalle sale: chi si aspettava infatti un'agiografia della macchina da guerra americana (come era stato nel precedente The Hurt Locker, grandioso film d'azione ma eticamente inaccettabile) e una tronfia retorica celebrativa dell'operazione militare in questione, è rimasto spiazzato da una pellicola che mostra senza indulgenza i metodi poco ortodossi utilizzati dalla CIA per il compimento dell'opera. In parole povere, Zero Dark Thirty è stato accusato in patria di aver giustificato l'uso (o l'abuso) delle torture per estorcere informazioni ai presunti terroristi, tacciando perfino il presidente Obama di aver mentito al mondo sull'osservanza di tali metodi...
Polemiche strumentali e fuorvianti, è bene dirlo subito. Perchè in realtà proprio questo è il più grande merito del film, ovvero l'obiettività di giudizio e lo sguardo neutro della regista nei confronti del pubblico, in segno di profondo rispetto: la Bigelow mette in scena un film che, almeno nella prima parte, sembra quasi un documentario di guerra per lo stringente realismo con cui è stato approntato: le torture vengono mostrate in tutta la loro crudezza, quasi fino alla nausea, proprio perchè sarebbe stato assurdo e falso non parlarne: ci sono state, ed è anche grazie ad esse se Bin Laden è stato catturato. Lo sappiamo tutti, e ognuno può trarre le proprie conclusioni in base al proprio senso etico. D'altronde, anche Steven Spielberg nel recente Lincoln ha messo in guardia il pubblico sui metodi non certo cristallini usati dal Potere per raggiungere l'obiettivo. E se il detto Il fine giustifica i mezzi valeva per lui, non si capisce per quale motivo invece non debba valere per Bin Laden.
Domanda ovviamente retorica, perchè in realtà lo sappiamo benissimo... l'America di oggi è una nazione impaurita che ha un disperato bisogno di eroi, e anche soltanto macchiare l'immagine del DEVGRU (il nucleo anti-terrorismo appositamente costituito dopo l' undici settembre) è sinonimo di lesa maestà. Per questo lo spettatore americano medio ha disertato in massa le sale in cui si proiettava Zero Dark Thirty: considera il film un 'tradimento', un tentativo di gettare fango su un'operazione militare che per l'opinione pubblica rasenta quasi i confini della sacralità.
Filmone.
RispondiEliminaè davvero incredibile come ad ogni sua fatica la Bigelow riesca a stupirmi... che donna, e che regista!! una bomba totale
RispondiEliminaEh sì, proprio una regista... con gli attributi!!
EliminaAncora di più non vedo l'ora di vederlo...
RispondiEliminaNon credo giustifichi la tortura, semplicemente dice che era usata dal sistema militare, e non era solo il giochetto perverso di poche mele marce. Questa certamente è una verità che ha dato fastidio, o presunta tale (non ho certezze). Se poi questa abbia portato alla cattura di Bin Laden, non è dato saperlo, fa parte della storia del film, decisamente ben costruito.
RispondiEliminaEsattamente. La tortura è uno dei metodi utilizzati per arrivare alllo scopo, e sappiamo bene che viene utilizzata sistematicamente. E' la storia (non solo americana) che ce lo insegna. A mio avviso la cosa che ha dato più fastidio in patria è lo 'sbugiardamento' di Obama, che non ci fa proprio una bella figura... Film importante e avvincente, malgrado la durata e le poche scene di azione (finale a parte). A dimostrazione che si può tenere alta la tensione anche con una buona sceneggiatura ed un uso sapiete della mdp.
EliminaFilm strepitoso sotto tutti i punti di vista. La Bigelow ha fatto suo lo stile di Michael Mann e l'ha legato alla ricerca iniziata con The hurt locker. Splendido.
RispondiEliminaProprio così. Però 'The Hurt Locker' era, a mio avviso, un film eticamente molto discutibile in quanto intriso di un profondo nazionalismo... per quanto in buona fede (il film voleva essere una testimonianza sull'insensatezza della guerra) la Bigelow descriveva gli sminatori come eroi e gli islamici come 'terroristi'. Senza mezze misure. 'Zero Dark Thirty' è invece una pellicola misurata e equidistante, che non prende posizione e si limita a descrivere i fatti con dovizia di particolari, in modo che lo spettatore possa costruirsi la sua opinione in base al proprio senso etico. Bellissimo.
Eliminayes!
RispondiEliminaFilmone strepitoso, impeccabile...grandissima Bigelow. Ne parlerò presto anche dalle mie parti
RispondiEliminaAspetto di leggere il tuo commento, allora! :)
Eliminaa meno di stravolgimenti epocali sarà sicuramente presente nella mia playlist di fine anno...Cinema maiuscolo...in barba all'ex maritino!
RispondiEliminaEh sì, l'ex maritino :) ormai da tempo è affetto da megalomania che non porta a niente di buono... Questo invece è un film impeccabile sotto ogni aspetto, anche (soprattutto) quello etico. Che, per un film americano e di questo tipo, è cosa più unica che rara.
EliminaVisto oggi, finalmente. Un grande film e. Come dici tu, una regia impeccabile.mil finale con la Chastain in lacrime è dolente e bellissimo. L'ho trovato un po' lento nella prima parte che, secondo me, è un po' troppo preparatoria ma la seconda parte è un meccanismo perfetto. In parte tutti gli attori con la Chastain che brilla. Peccato per l'Oscar sfumato.
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