(Life of Pi)
di Ang Lee (USA, 2012)
con Suraj Sharma, Irrfan Khan, Rafe Spall, Adil Hussain
VOTO: ****/5
Pi è un giovane indiano che vive in patria con i genitori e il fratello, guadagnandosi da vivere nel giardino zoologico di famiglia. Costretto ad abbandonare l'India a causa della crisi economica, si imbarca in un mercantile diretto in Canada, dove il padre spera di ricominciare una nuova vita vendendo gli animali e investendo il tesoretto ricavato. La nave però rimane coinvolta in una spaventosa tempesta nei pressi della Fossa delle Marianne, naufrangando e portandosi con sè tutto l'equipaggio e buona parte del bestiame. Solo Pi per puro caso riesce a salvarsi, ma a carissimo prezzo: si ritrova infatti da solo su una scialuppa in mezzo all'oceano, in compagnia di una zebra, un orango, una iena e una tigre... ben presto gli animali cominciano a scannarsi tra loro, e alla fine prevale ovviamente il maestoso Richard Parker (chiamato così in onore del suo cacciatore), una tigre del Bengala di due quintali che dovrà condividere con Pi le peripezie del naufragio.
Se non conoscevate questa storia, di più davvero non si può dire sulla trama del film. Salvo che state per assistere alla più incredibile e mirabolante delle avventure, alla strenua lotta per la sopravvivenza tra due creature oggettivamente ostili ma obbligate, loro malgrado, a trovare collaborazione e comprensione nel condividere lo spazio angusto in cui sono costrette. Se invece avete avuto la fortuna di leggere il bellissimo romanzo di Yann Martel da cui è tratto il film, vi diciamo allora che la pellicola firmata da Ang Lee è estremamente fedele al testo letterario, e ne mantiene intatta tutta la potenza espressiva e visionaria. Se infatti il film, giocoforza, semplifica e sorvola su certe parti del libro, va detto che il regista cinese (ma ormai americano a tutti gli effetti) riesce comunque ad incantare lo spettatore sfruttando tutte le tecniche di fascinazione e spettacolarità che solo il cinema è in grado di restituire, in special modo la stupefacente fotografia e l'uso sapiente del 3D, per una volta davvero necessario e funzionale alla narrazione...
E Vita di Pi è davvero una gran bella storia, che funziona a tutte le latitudini e per tutte le età, proprio in nome dell'universalità di ciò che racconta: il percorso di avvicinamento tra due creature apparentemente nemiche che provano a 'sopportarsi' a vicenda per cercare di sopravvivere, scoprendo a un certo punto di non poter fare a meno l'una dell'altra: una parabola chiara e senza possibilità di errore sull'importanza della tolleranza e dell'integrazione tra razze, culture e religioni diverse. Emblematica in questo caso la smodata passione religiosa di Pi, che riesce a essere induista, cristiano e musulmano nello stesso momento, prendendo da ogni culto gli aspetti a lui più affini senza tuttavia ripudiarne nessuno, in nome del bene e della tranquillità interiore.
Ang Lee è uno dei registi più eclettici e intelligenti della (pen)ultima generazione, capace di passare in scioltezza dal dramma, alla commedia, all'avventura, così come dal cinema indipendente alla produzione mainstream, senza però tradire il suo sguardo limpido verso il mondo, improntato sempre su ideali di ragionevolezza e solidarietà (basti pensare a I segreti di Brokeback Mountain). Vita di Pi è un film spirituale e complesso nella sua semplicità di narrazione, una favola moderna capace di affascinare grandi e piccini: le undici candidature all'Oscar non sono affatto esagerate ma, anzi, un'ulteriore conferma di qualità.
Sono dell'idea che: è un grande film quello che ti dà la possibilità di scegliere. Questo è per me il più grande pregio della pellicola e, del cinema di Lee. L'uomo che non deve mai sentirsi schiavo dei limiti imposti dalla società. Comprese questioni politiche, religiose, sessuali...la storia che ci propone qui è di un impatto visivo enorme e anche emotivo. Un'avventura ai limiti dell'inverosimile e noi, che ci crediamo o no, alla fine abbiamo fatto la nostra scelta. Proprio come Pi avrebbe voluto. Io scelgo la storia con la tigre comunque...grande grande film questo. Assolutamente d'accordo con te. ;)
RispondiEliminaHai proprio ragione, Vale: come dice lo stesso Pi allo scrittore, sta a noi decidere a cosa credere di ciò che racconta. Il problema è solo nostro, dipende da quanto siamo disposti ad aprirci al prossimo. Questo film è un'autentica sorpresa, un piccolo gioiello.
EliminaAnch'io, comunque, scelgo la storia con la tigre :)
E' piaciuto davvero tanto anche a me! E pensare che l'ho visto in 2D, eppure è egualmente bellissimo!
RispondiEliminaVita di Pi è stato un film che mi ha profondamente toccata, sconvolta, emozionata... come forse nessun altro ha saputo fare finora. Ho scritto anche io una recensione sul blog, meno "professionale" della tua :-) ma sono davvero d'accordo sulle tue parole e gli Oscar poi effettivamente vinti sono stati il giusto riconoscimento a questa pellicola! Ho poi letto anche il libro di Yann Martel, trovandolo certamente bello ma fin troppo crudo... e poi, non so, sarà che il film aveva già fatto breccia nel mio cuore, con la sua potenza 3D, che il libro l'ho addirittura apprezzato meno. Cosa rarissima, per me, preferire un film al rispettivo libro!
RispondiEliminaInfatti è cosa rara... e io dico sempre di non fare troppi raffronti tra cinema e letteratura perchè si tratta di arti fin troppo diverse: il libro è fascino, meditazione, storia, riflessione. Il cinema è immediatezza e stupore, e qui sta la bravura di Ang Lee, quella di aver fatto ricorso a tutte le modalità espressive moderne (non ultimo il 3D, finalmente usato funzionalmente al progetto) per rappresentare l'emozione e l'universalità di una storia bellissima. Ho letto tardi il tuo commento e ora... vado a dormire :) ma leggerò presto la tua opinione, mi interessa. E sono davvero felice quando un film riesce a scatenare emozioni così forti: è la magìa del cinema!!
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