di Giuseppe Tornatore (Italia, 2013)
con Geoffrey Rush, Sylvia Hoeks, Jim Sturgess, Donald Sutherland
VOTO: ***/5
"In un falso c'è sempre qualcosa di vero perchè un falsario, se è bravo, non perde mai la tentazione di inserire nella copia qualcosa di suo". Parola di Virgil Oldman, ricco e distaccato battitore d'aste, esperto antiquario e collezionista d'arte (anche con metodi poco cristallini), protagonista dell'ultimo film di Giuseppe Tornatore: per chi di voi ama il thriller e l'intrigo, in questa frase c'è tutto il significato della pellicola. Altro non vi diremo, per non rovinarvi il gusto di andare al cinema e, più semplicemente, perchè la trama del film, tenuta segretissima fino all'ultimo istante dal regista siciliano, è in realtà molto meno complessa di quello che ci si potrebbe immaginare...
I lettori di questo blog, da appassionati di cinema quali sono (altrimenti non lo leggerebbero), sanno bene che esistono due Tornatore diversi: uno è il Tornatore ambizioso, megalomane e nostalgico, perversamente attaccato alla sua terra, autore di noiosissimi polpettoni a largo budget e di scarso appeal come Baarìa, Malèna e L'uomo delle stelle. Poi c'è l' altro Tornatore, il suo fratello gemello, che per nostra fortuna ogni tanto sente il bisogno di restare coi piedi per terra e restituirci un cinema più genuino e più sincero, a misura d'uomo, fatto più col cervello che col cuore e con meno afflato epico. La migliore offerta, ultima sua fatica, rientra in questa categoria: siamo, per genere e atmosfere, dalle parti di Una pura formalità e La sconosciuta, guardacaso due dei suoi migliori film che, sempre non a caso, erano ambientati ben lontani dall'amata Sicilia: quasi come se il richiamo ancestrale delle proprie origini impedisse a Tornatore di girare film più maturi e tenere a bada l'aspetto emozionale.
Geoffrey Rush |
Sylvia Hoeks |
Geoffrey Rush e Giuseppe Tornatore sul set del film |
Mai sottovalutare le conseguenze dell'amore, era la regola di un grande film italiano di qualche anno fa. Oldman invece si lascia travolgere da una passione che non è in grado di controllare, essendo per lui una sensazione completamente nuova e sconosciuta. Di più, davvero, non possiamo dirvi. Salvo che La migliore offerta è un film che vi farà riflettere sui valori della vita, sul tempo che fugge, sul coraggio che serve per compiere scelte di vita importanti e non avere rimpianti in futuro... Oldman è un uomo che è 'nato vecchio' (il nome scelto da Tornatore non è certo casuale) e che scopre a sessant'anni di aver gettato via gli anni migliori della giovinezza, esattamente come la donna di cui si è innamorato.
Jim Sturgess |
L'ultimo Tornatore, insomma, può definirsi una pellicola riuscita, sebbene come ripetiamo non abbia nè i tempi nè la struttura del thriller: a una prima parte lunga e descrittiva si sussegue un epilogo fin troppo movimentato e abbastanza scollegato dal resto del film. A reggere tutto sulle proprie spalle ci pensa però un bravo attore come Geoffrey Rush, perfettamente a suo agio nei panni del vecchio battitore d'asta algido e incapace di amare. Belli anche la scenografia e gli esterni del film, ambientato in un'imprecisata e grigia città mitteleuropea (nella realtà tra Trieste e Praga), quasi a testimoniare (parole dello stesso Rush) "il difficile rapporto tra la vecchia Europa, colta ed elegante, e l'Europa moderna, che deve aprirsi al futuro". Esattamente come le nostre vite.
Che splendida analisi non vedo l'ora di vederlo!!! Però io amo entrambi i Tornatore...questo te lo devo dire. ;-)
RispondiEliminaGrazie! Non preoccuparti... si sa che l'amore è cieco! :-) Fammi sapere poi che ne pensi!
EliminaL'ho visto ieri sera: Tornatore ci fa vivere un paio d'ore di intenso cinema, come dovrebbe sempre essere!. Caro kelvin, se non sei un uomo del sud non potrai mai comprendere "l'altro" Tornatore.
RispondiEliminaForse hai ragione, però trovo limitante per un regista rivolgersi solo a un certo tipo di pubblico: di solito sono gli spettatori che scelgono, non il contrario...
EliminaInfatti tu puoi scegliere se "seguirlo" o meno. Siamo tutti liberi e artefici..come Virgil Oldman. A me il film è piaciuto anche perchè non dava nessuna certezza su come potesse continuare, terminare, e dipanarsi la storia. Comprenderlo prima? Perchè? Valeva la pena guastarsi il sapore dolce dell'incognita?
RispondiEliminaVirgil era solo un abile presuntuoso essere vivente.
Poi, aprendosi alle emozioni, è diventato un essere umano.
Giusto? ;-)
Giustissimo :-)
EliminaInfatti, come ho scritto, il film funziona benissimo riguardo gli aspetti 'intimi' e sociali di cui tratta, è una bella analisi dell'animo umano e ci aiuta a liberarci e a trarre adeguate conclusioni. Niente da dire.
Però, consentimi, il fatto che si capisca subito come va a finire non è esattamente un punto di forza per un thriller (o 'giallo', o 'noir', chiamiamolo come ci pare).
Su tutto invece il resto sono piuttosto d'accordo :-)
La verità, anche se una verità non c'è, è che tutto è relativo... guardi un'opera d'arte
RispondiEliminapensando che sia meravigliosamente autentica, vivi un amore fatto di momenti reali e non ti rendi conto che tutto ciò che fai o ti circonda è un illusione concreta, ma pur sempre un'illusione... e questa atroce verità porta il protagonista alla follia: Per tutta la sua vita ha creduto di saper distinguere un falso da un vero, quando all'improvviso arriva lei e capisce che in realtà, i due non sono scindibili l'uno dall'altro perché in ogni falso c'è sempre qualcosa di autentico... Il loro amore, infatti, si scopre una triste finzione! Ma ripensando ai sentimentali attimi consumati insieme, occhi negli occhi, cuore a cuore, il protagonista si convince che l'ingannevole e teatrale "ti amo, qualsiasi cosa ci accada" della "sua" donna ha in sé, comunque, il dolce e rasserenante gusto della verità. Il compito di Claire era mentire, recitare, ingannare Oldman ma mentre lo faceva ha messo qualcosa di suo... Lo ha amato davvero. Perciò... tra le tante menzogne raccontante da lei, lui ne trova un'altra vera: Il posto, in cui è stata più felice...Oldman si siede in questo ristorante di Praga e lì, la vuole aspettare per tutta la vita.
C'è del pessimistico nell'arte, nell'amore come nella vita in generale ma il regista lascia intravvedere a noi, esseri sensibili, un briciolo di speranza: la simulazione non sarai perfettamente falsa! L'uomo è fragile e ogni suo falso prodotto rivelerà sempre la sua vera consistenza, un suo marchio.
Che bel commento, Antonella! Ti ringrazio davvero per essere intervenuta e ti esorto a farlo sempre di più: sei la benvenuta qui sopra! Sono completamente d'accordo con te. A me, tra l'altro, la figura di Virgil Oldman che perde la testa per una donna molto più giovane e bellissima non ha potuto non farmi ricordare il Titta De Girolamo (Toni Servillo) de 'Le conseguenze dell'amore': grande film, grande spessore, grande interpretazione.
Eliminatutto bello, se non fosse per il finale, la oramai solita truffa che di recente ci stanno servendo come finale in tutte le salse...e basta!
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