(id.)
di Walter Salles (USA, 2012)
con Sam Riley, Garrett Hedlund, Kristen Stewart, Kirsten Dunst, Tom Sturridge, Viggo Mortensen
VOTO:**/5
"Il mito diventa film" sta scritto sulla locandina di
On the road, ed è vero: esistono pochi libri al mondo così
'mitici' come il romanzo di
Jack Kerouac. Sono quei libri che ognuno di noi ha sul comodino e che ci hanno fatto compagnia durante la nostra adolescenza. Ma rispondetemi sinceramente: se doveste cimentarvi
oggi, per la prima volta, nella lettura di
On the road, che cosa ne pensereste? Vi catturerebbe esattamente come venti, trent'anni fa? Oppure lo trovereste irrimediabilmente datato?
Per quanto mi riguarda, propendo più per la seconda ipotesi. Il motivo è semplice:
On the road è un libro che è rimasto prigioniero del suo tempo, che è diventato 'mitico' più per
quello che raccontava che per
come lo raccontava... è un libro che è figlio della sua epoca e che non riesce a 'vivere' al di fuori da essa, perchè se il suo contenuto ai tempi poteva apparire dirompente e rivoluzionario (anzi, sicuramente lo era), leggere oggi di quelle cose ci fa semplicemente sorridere.
On the road, a mio modestissimo parere, sta alla letteratura come
Easy rider sta al cinema: sono opere mediocri che hanno acquistato un'aura
'mitica' perchè sono stati scritti (o girati) al momento giusto, ma che per contrappasso sono rimasti prigionieri del loro tempo.
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Sam Riley e Garrett Hedlund |
Per questo è inutile prendersela con il povero
Walter Salles, regista di talento (non dimentichiamo che sono suoi
Central do Brasil e
I diari della motocicletta) cui è stata commissionata un'impresa persa in partenza: far rivivere in questi tempi di progresso e di crisi l'epoca della
beat generation attraverso le immagini. E' ovvio che è impossibile, ed è perciò sbagliato gettare la croce addosso a un film che, tutto sommato, non poi così brutto nè 'blasfemo' nei confronti del romanzo: gli è semplicemente molto fedele, e quindi ne assorbe tutti i difetti di cui abbiamo appena parlato.
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Sam Riley e Kirsten Dunst |
On the road arriva oggi clamorosamente in ritardo, perchè racconta di un contesto storico e culturale che ormai è oggettivamente superato dagli eventi: nell'epoca dell'alta velocità, di internet, della Ryanair, del digitale, del sesso che ormai è 'routine' e non più 'ribellione'... le immagini che ci scorrono davanti agli occhi ci fanno lo stesso effetto del vino annacquato: non hanno più forza, non hanno più 'anima', non ci coinvolgono perchè non ci
interessano più.
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Kristen Stewart |
A poco valgono gli sforzi degli attori, che ci mettono tutto il loro impegno: a cominciare dai protagonisti
Sam Riley e
Garrett Hedlund (nei panni rispettivamente di
Sal Paradise e
Dean Moriarty), alla criticatissima
Kristen Stewart, sempre vittima dei pregiudizi 'vampireschi' che la accompagnano, e che invece non se la cava neanche malaccio nel ruolo della libertina
Marylou, alla sempre brava
Kirsten Dunst (che interpreta
Camille) ai 'camei' di
Viggo Mortensen (Old Bull Lee),
Tom Sturridge (Carlo), Amy Adams, Terrence Howard... il film scorre via lento e uniforme, tra paesaggi seppiati, musica d'atmosfera, costumi d'annata e amplessi selvaggi, ma è perfettamente inutile trovare un solo momento 'epico', un sussulto di originalità.
Viviamo in un'epoca dove ormai ci siamo assuefatti a tutto, dove non ci stupiamo più di niente e siamo anestetizzati alle emozioni. Niente ci sorprende più, figuriamoci un romanzo e un film che sono rimasti indissolubilmente cristallizzati ai loro anni. Il cinema vuole storie universali e trame forti, anche quando si tratta di trasporre grandi classici della letteratura: tra qualche mese
Baz Luhrmann ci svelerà (finalmente!) la sua versione de
Il Grande Gatsby, che attendiamo spasmodicamente: il romanzo di
Francis Scott Fitzgerald è ormai quasi centenario ma, a differenza di
On the road, la sua forza, il suo stile e il suo messaggio sono più attuali che mai. E' un libro senza tempo. E per un regista, partire da una base così è un già un bel vantaggio...
Già. Trasporre la prosa di Kerouac su pellicola è impossibile. Il film cade nel tranello della ribellione-droga-sesso (l'"aspetto" datato del libro, come dici giustamente tu) e non affronta il tema dell'ansia di vivere come fuga dalla morte (l'aspetto invece ancora attuale del libro, che qui non è stato preso neanche di striscio). Il Grande Gatsby? Bellissimo è vero. Ma se fatto da Baz Luhrmann mi ispira poco, in realtà...
RispondiEliminaSono d'accordo con te. Ho riletto di recente il libro e mi è parso irrimediabilmente datato. Per quanto riguarda il film attenderò una tranquilla visione casalinga.
RispondiEliminaSul Grande Gatsby ammetto di avere grosse aspettative.Speriamo di non rimanere delusi.
mi dispiace ma la stewart proprio non la sopporto, Twilight non c'entra è che non la trovo per niente un'attrice di talento! Il libro risulta datato solo se lo si paragona a quello che leggiamo ora, per me rimane un capolavoro!
RispondiElimina'Il Grande Gatsby' è un libro scritto (quasi) cent'anni fa e che tra cent'anni farà ancora appassionare legioni di lettori. Non so se Luhrmann ne farà un capolavoro... quello che intendevo dire è che di sicuro con un soggetto del genere si parte avvantaggiati: almeno la storia c'è, e non è poco.
RispondiElimina'On the road' è invece prigioniero del suo tempo. Un po' come la moglie di Kris Kelvin nel film che dà il titolo a questo blog: può vivere solo in quel contesto ed è impossibile attualizzarlo. Il mondo descritto da Kerouac, nel bene o nel male, oggi non esiste più. Non ho detto che il romanzo fa schifo, ma leggerlo oggi è come andare in autostrada con un'automobile degli anni '50: affascinante ma inservibile.
@ Roberta: Non ho detto che la Stewart è un'attrice talentuosa, ma semplicemente che in questo ruolo se la cava. Il suo personaggio tutto sommato è credibile. Da qui a dire che è una brava attrice ce ne corre... Comunque secondo me siamo tutti troppo severi con lei, e siamo molto più indulgenti verso altre 'ninfette' del grande schermo.
RispondiEliminaHo 'scoperto' la Stewart in 'Into the Wild' e mi era piaciuta molto. Poi ha fatto 'Twilight', e ne è rimasta travolta. Ma èancora giovanissima, diamogli una possiblità... :-D
recentemente ne ho parlato.. ma pìù che altro sul nudo della Stewart...
RispondiElimina@ Lorant: sei mitico! Ho letto il tuo post e mi ha fatto morire dal ridere! Comunque te lo ridico anche qui: per quanto carina e disinibita sia Kristen, io preferisco di gran lunga KIRSTEN (Dunst). Anche se non si spoglia... :-D
RispondiEliminaIl grande Gatsby è un altro dei tanti libri che ho letto da ragazzina e che mi sono piaciuti molto. On the Road mi era piaciuto tantissimo, perchè leggendolo l'avevo immaginato a mio modo, rispettando la trasgressione che il libro esprimeva, mentre nel film l ho trovato un po "esagerato" alcune volte. Da amante del libro devo dire mi aspettavo molto di piu, a volte l ho trovato un po arrancoso. E per non mettere il dito nella piaga i protagonisti sono Garrett Hedlund e Sam Riley e in terza parte Kristen Stewart..smettiamola di criticarla appena il suo nome è scritto in copertina. Come un po tutti gli attori ha fatto e sta facendo film piu interessanti e film meno.
RispondiElimina@ Sid: Ciao! Sai, nemmeno io riesco a capire come mai ci sia tutto questio 'astio' nei confronti della 'povera' Kristen... ci sono tante sue 'colleghe' che, come lei, hanno avuto lo stesso percorso cinematografico e sul quale il pubblico è molto più indulgente. Lo ripeto, a me in 'Into the Wild' era piaciuta molto, poi ha colto l'occasione al volo per farsi conoscere al grande pubblico con la saga di Twilight: a 19 anni che cosa avrebbe dovuto fare? Non è certo di film come questi che si giudica la capacità di recitare... diamole il tempo di crescere professionalmente!
RispondiEliminaRiguardo al film, ripeto, fatico a vedere ancora in 'On the road' un qualcosa di trasgressivo, anche perchè ormai viviamo in un mondo dove la 'trasgressione' ci ha quasi stufato, tanto da non esistere praticamente più. Però, in effetti, ammetto di aver scritto questa recensione pensando (e sbagliando) di rivolgermi più che altro al 'lettore medio' di questo blog, che ha un'età superiore rispetto alla tua... Io ho riletto il romanzo proprio in questi giorni, per 'prepararmi' alla visione, e mi ha fatto l'effetto che ho descritto. Però è vero che quando lo lessi a scuola (secoli fa...) ebbe su di me un altro impatto. Morale: forse sono io che sto invecchiando... :-)
Se in sessant'anni nessuno compreso il grande Coppola era mai riuscito a farne un film ci sarà statoun motivo. Film di emozioni, ansia e stato d'animo, difficile da tradurre al cinema. Non mi piace partire prevenuto ma in questo caso era inevitabie.
RispondiEliminaMauro
Dire che la Stewart non sa recitare è come dire che l'acqua è bagnata. Se è così ben portata in alto secondo me è perchè nell'ambiente di Hollywood si comporta esattamente come nella macchina di Dean!
RispondiEliminaSu questo blog ho sempre accettato i commenti anonimi, ma se uno deve sprecare il suo tempo per scrivere stronzate come questa è meglio che si firmi. O che se ne stia a pc spento. Meglio ancora. Non cancello nessun commento per principio, ma confido molto nel buon senso. Chi vuol capire...
Elimina“On the road, a mio modestissimo parere, sta alla letteratura come Easy rider sta al cinema: sono opere mediocri che hanno acquistato un'aura 'mitica' perchè sono stati scritti (o girati) al momento giusto, ma che per contrappasso sono rimasti prigionieri del loro tempo.” Riporto ciò che tu ha scritto e dico no, no e ancora no! Mi hai pugnalato nel cuore, già ho fatto fatica ad accettare la desolante trasposizione cinematografica, distrutta da un regista che non ha capito che on the road non si può banalizzare e semplificare in questa turpe maniera. In realtà on the road andrebbe letto in lingua originale, proprio perché la prosa di Kerouac è qualcosa di favoloso, il suo stile unico, frenetico, incalzante lo rende già un capolavoro. Effettivamente non è prigioniero del suo tempo, in quanto l’autore parla dell’individuo, considerando la condizione di vuoto esistenziale. Una volta arrivati in un posto l’entusiasmo si trasforma in delusione. Lui ha colto e messo nero su bianco queste sensazioni, dando vita ad un’opera piena di vita reale, pregna di sfumature filosofiche, che non si limita a criticare la società americana, ma che da voce all’angoscia individuale. Ai tempi “on the road” non era nemmeno preso in considerazione, è diventato un capolavoro universale in seguito. E’ un libro che va letto, perché non smette mai di dire quello che ha da dire. Non riuscivano a farci un film perché il rischio di banalizzare il talento dello scrittore era totalizzante. Però non puoi dire che on the road è datato. Puoi criticare il film, ma non puoi arrivare a queste conclusioni se il libro lo hai letto tempo addietro. E soprattutto non si può fare un parallelismo proporzionale tra cinema e letteratura. Non dico che il cinema abbia meno dignità, io lo amo, ma la letteratura ha un potere ipnotico e di stimolazione della fantasia, che richiede una sensibilità e uno sforzo che il cinema non richiede. Mi spiego meglio, io ho dovuto creare volti, paesaggi, edifici, cosa che nel film erano già pronti. E Sal, Dean erano più belli nella mia testa, Marylou non aveva la faccia insulsa della Stewart.. Mi vengono i brividi.
RispondiEliminaUna delle trasposizioni più riuscite è stata quella de “Il grande Gatsby”, perché il regista ha avuto delle intuizioni geniali, anche solo l’utilizzo dell’hip hop al posto del jazz, l’esplosione di colori che è fedele al libro. Il fatto è che Fitzgerald era bravissimo nel tratteggiare le scene nei suoi romanzi, riusciva a restituire vere e proprie istantanee, quadretti, infatti ha fatto anche lo sceneggiatore, quindi la commistione letteratura e cinema è stata perfetta. E altro particolare non trascurabile, nella mia mente Gatsby era cosi affascinante come lo è stato Leonardo DiCaprio. Avere un attore del genere a disposizione ed essere un geniale regista, rende tutto più semplice. Anna
Cara Anna,
EliminaInnanzitutto ti ringrazio per aver scritto questo bellissimo commento, così circostanziato e 'appassionato': sono davvero contento di avere persone come te che leggono con attenzione quello che scrivo. Voglio dirti innanzitutto che non devi prenderla così male :) la mia è soltanto l'opinione di un blogger dilettante che si diverte, per pura passione, a riversare qui sopra i propri gusti... non è assolutamente detto che sia quella giusta e, soprattutto, non si può certo prescindere dal gusto personale! Insomma, non ho la pretesa di convincere nessuno, anche se provo a spiegarti il mio punto di vista.
Hai ragione: questo libro andrebbe letto in lingua originale, e sono sicuro che avrei un'opinione molto più chiara. La traduzione è sempre più o meno 'traditrice' (un po' come nei film) e sì, forse è vero (come dice anche Stefano, qualche commento più sopra) che taluni aspetti del romanzo sono ancora attuali, però sinceramente non sono assolutamente d'accordo sulla 'subalternità' del cinema rispetto alla letteratura... perchè sono arti completamente diverse. Anzi, magari lo sai bene, c'è chi sostiene che il cinema sia 'L'Arte' per eccellenza proprio perchè contiene tutte le arti (parole, musica, immagini). Il cinema ha il grande potere di sorprenderti, di farti sobbalzare, di farti provare emozioni profondissime solo con un'immagine... prendi la famosa 'scena dell'osso' di '2001: odissea nello spazio': in 30 secondi Kubrick ha fatto un salto abissale temporalmente e filosoficamente: quante pagine di libro sarebbero servite per fare altrettanto?
Ti dico questo perchè, a mio modestissimo parere, Walter Salles ha fatto un film fin troppo fedele a un libro che, opinione personale, non ha più la carica emozionale di un tempo. Quello che dici su 'Il grande gatsby' è vero: bene ha fatto Luhrmann a darne una visione moderna e fuori dagli schemi, ma resto convinto dell'idea che con un libro del genere non era nemmeno troppo necessaria... cosa che invece. secondo me, era obbligatoria con 'On the road'. Ma, ripeto, è solo quello che penso io, la sua valenza è trascurabile!
E, se ti va, possiamo parlarne ancora... di questo e altro. Commenti come il tuo impreziosiscono questo blog :)