di Carlo Verdone (Italia, 2012)
con Carlo Verdone, Piefrancesco Favino, Marco Giallini, Micaela Ramazzotti
VOTO: **
Carlo Verdone è un comico, per chi se lo fosse dimenticato. Un ottimo comico, almeno a giudizio di chi scrive, con una capacità innata di far ridere anche solo con la sua faccia. E quando un comico si mette a fare cinema, quello che banalmente ci si aspetta da lui è che faccia commedie, che diverta lo spettatore. Verdone sono trent'anni che dirige commedie: molte gli sono venute bene, alcune benissimo, altre un po' meno bene... ed è umano, legittimo e comprensibile che dopo trent'anni abbia voglia mettersi a girare 'qualcos'altro'. Doveroso, direi.
Però ci vuole chiarezza. E soprattutto coraggio. Due cose che mancano completamente in Posti in piedi in Paradiso, e che finiscono per classificarlo come una delle opere più deludenti del regista romano. Verdone infatti vola alto, propinandoci un'interessante storia di padri separati, ciascuno respinto dalle proprie famiglie e costretti a fare i conti con la loro nuova realtà. Già con il precedente (e molto più riuscito) Io, loro e Lara aveva cercato di 'attualizzare' la propria pruduzione rivolgendo uno sguardo più diretto e (lo diciamo?) neo-realista sulla società attuale. Posti in piedi in Paradiso avrebbe dovuto essere l'evoluzione di questo nuovo corso, la conferma di un 'cambio di rotta' verso un modo di fare cinema meno disincantato e più attento al presente.
E invece, ecco il perchè della delusione, ci troviamo di fronte a un prodotto 'ibrido', nè carne nè pesce, che non si capisce mai dove voglia davvero andare a parare. Posti in piedi in Paradiso non è una commedia, perchè non fa ridere quasi mai (salvo alcune scenette che ricordano molto gli sketch del Verdone degli esordi), ma non è nemmeno un film drammatico perchè tutte le situazioni 'difficili' si fermano in superficie, e i temi delicati (separazione, difficoltà economiche, disagio sociale, vergogna, rapporto padre/figlio...), che comunque ci sono, vengono appena sfiorati, quasi pudicamente sottaciuti, in nome di un nazional-popolarismo di maniera dettato (ahimè) dalla paura di perdere fette di pubblico e conseguenti lauti incassi.
L'ultimo Verdone è una pellicola bislacca e piuttosto scontata, che frulla (male) molti elementi senza approfondirne nemmeno uno, e vanifica le prestazioni di due attori come Pierfrancesco Favino e Marco Giallini, che in altre circostanze e in altri ruoli non sarebbero certo da buttare (rivedeteli entrambi in ACAB, tanto per fare un esempio). Meglio tacere invece, per l'ennesima volta, sull'imbarazzante presenza di una Micaela Ramazzotti onestamente tanto improponibile da dare ragione alle malelingue che si sprecano sul suo status di 'moglie di...' Ma non andiamo oltre.
Posti in piedi in Paradiso è un film irrisolto come il suo finale, ipocritamente 'sospeso', stretto tra la 'solita' colonna sonora banamente rock (una scusa, l'ennesima, per sviscerare le passioni del suo autore) e un accumulo eccessivo di argomenti e situazioni che non riescono mai ad intercettare lo spettatore, rendendolo un faticoso e malriuscito esame di maturità.
Da rinviare a settembre.
Stavolta non mi trovi d'accordo, anzi.. tra le opere dell'ultimo Verdone, forse è quella che salvo. Delicato, delizioso, al passo coi tempi per le tematiche affrontate, seppur qualunquista nel finale. del resto, il buon Carlo dei vecchi tempi, quello dei finali dolce-amari, non c'è più.
RispondiEliminaSai secondo me qual è il punto, cara Stargirl? Che siamo ormai talmente abituati a tante 'commediacce' nostrane, insulse, volgari, trite e ritrite, che anche un film 'normale' come questo ci fa gridare al miracolo. Ma davvero, con tutta l'onestà intellettuale che ho (e con la mie - mai nascoste - simpatie per il regista romano) non ce la faccio a dire che questo è un bel film.
RispondiEliminaMi sembra indietro anni luce NON SOLO rispetto a pellicole come 'Compagni di scuola', 'Maledetto il giorno che ti ho incontrato', 'Sono pazzo di Iris Blond', ma anche rispetto all'ultimo 'Io, loro e Lara'.
Il Verdone teneramente 'malincoMico' degli anni migliori qui davvero non esiste...
Sono d'accordo. Anche io ho trovato il film parecchio imbarazzante, con una comicità forzatissima e poco convincente. Secondo me Verdone ha voluto mettere troppa carne al fuoco, troppi personaggi, troppi intrecci che non riescono a dipanarsi. Per quanto riguarda Micaela Ramazzotti, però, mi trovi in totale disaccordo. Per me è una delle migliori attrice italiane che ci sono adesso in circolazione e anche in quest'occasione è riuscita ad essere dignitosa con un personaggio assolutamente inguardabile! Credo che chiunque si fosse cimentata in quella parte avrebbe fallito perché un personaggio del genere è terribile proprio a livello di sceneggiatura.
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