di Bennett Miller (USA, 2011)
con Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Chris Pratt, Robin Wright
VOTO: ****
'Odio perdere più di quanto ami vincere', dice il protagonista a un certo punto del film : in questa frase c'è tutto il senso di Moneyball-L'arte di vincere, pellicola in odore di Oscar in arrivo nelle nostre sale e tenacemente voluta dal suo interprete principale, quel Brad Pitt che si conferma sempre di più, film dopo film, non soltanto 'il marito di Angelina Jolie' ma un attore coi fiocchi. Billy Beane (questo il nome del protagonista) odia perdere perchè nel mondo di oggi non esiste più la cultura della sconfitta: sa che se perderà lo faranno fuori, senza alcuna attenuante, pur arrivando a giocare due finali nazionali consecutive e sempre sfavorito nei pronostici.
Moneyball non è il 'solito' film sportivo americano, imperniato sull'esaltazione di un'impresa e la rinascita di un campione. Tuttaltro. E' un'amarissima riflessione sulla disgregazione dei valori etici e culturali di una società basata soltanto sul profitto e sul risultato, da perseguire a qualunque costo.
La storia (vera) è quella della squadra di baseball degli Oakland Atlhetics, che nel 2001 riesce a raggiungere, a sorpresa, la finale nazionale contro i New York Yankees, perdendola di un soffio. Nella stagione successiva il suo general manager Billy Beane vorrebbe riprovarci, ma la dura realtà impone che la proprietà sia costretta a vendere i suoi giocatori migliori per esigenze di bilancio, costringendolo a ripartire daccapo. Beane si rende conto che non potrà mai riuscire a competere con le grandi squadre dal punto di vista finanziario, e allora si affida (nell'incredulità e lo scetticismo generale) a un giovane economista neolaureato a Yale, che analizzando le statistiche di tutti (!) i giocatori del campionato, individua quelli più utili alla causa in base al loro rendimento matematico, non necessariamente i più famosi (e costosi...)
Non vi diciamo di più sulla trama, per non privarvi del piacere della visione. Vi basti sapere che Moneyball è la storia di una sconfitta che profuma di vittoria, ma che sempre sconfitta rimane. Nel mondo di oggi non c'è posto nemmeno per i 'perdenti di successo', e non è un caso che il regista si affidi proprio al baseball, lo sport 'americano' per eccellenza, per dimostrarci che il Sogno Americano è definitivamente tramontato, e che non esistono più gli 'eroi romantici'. Nemmeno nello sport, che pure sarebbe la disciplina più adatta a tale scopo.
Il film, come detto, non ha raggiunto incassi stratosferici negli Stati Uniti, e c'è da aspettarsi che nemmeno da noi farà sfracelli: in Italia il baseball è uno sport misterioso e complicato, pressochè sconosciuto ai più. E' un peccato, perchè si tratta di una delle pellicole più forti e interessanti della stagione, interpretata da un attore in stato di grazia e sorretta da una sceneggiatura di ferro (scritta da Aaron Sorkin, già Oscar per The Social Network e probabilmente il miglior writer attualmente in circolazione). La regìa di Bennet Miller è sicura e funzionale alla storia, e le due ore e passa di durata scorrono che è una meraviglia, malgrado l'assenza totale o quasi di azione. Non perdetelo, diventerà un 'cult'.