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Alexander Sokurov |
Onore al merito. La più bella Mostra degli ultimi anni ha fortunatamente un degno vincitore, capace una volta tanto di mettere tutti d'accordo: sulla vittoria di
Alexander Sokurov, infatti, non possono esserci dubbi. Il suo
Faust è un film monumentale, che sfiora la perfezione, incredibilmente accurato dal punto di vista dei particolari, capace di ipnotizzare lo spettatore con tecniche filmiche e invenzioni visive assolutamente fuori del comune. Certo
Sokurov non è un regista 'facile' e certi aspetti dei suoi film rischiano di sfuggire all' 'umana comprensione' (specie in questo caso, in quanto è il film è filologicamente ispirato all'opera di
Goethe, e se non la si conosce a fondo è difficile seguirlo... per questo non l'ho recensito). Tanto di cappello comunque al cineasta russo, finalmente premiato dopo una lunghissima carriera.
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Johnnie To |
Molti comunque i titoli meritevoli in questo 68. concorso, a cominciare dal mio personalissimo Leone d'Oro, vale a dire
Life without principle dell'hongkonghese
Johnnie To, uno spietato e avvincente thriller sull'ingordigia umana, i cui protagonisti sono... una valigia piena di soldi e la situazione economica mondiale (vedere per credere!). Niente da dire anche su
Carnage (un manuale di recitazione con quattro grandissimi attori, tutti meritevoli di premio. Ma forse è giusto che la Mostra premi nomi nuovi e non pluripremiati, come vedremo in seguito), e pure su
Killer Joe (poliziesco strampalato dell'arzillo 76enne
William Friedkin) e
Dark Horse del sempre interessante
Todd Solondz, il
Kaurismaki americano. Buono ma non eccezionale a mio avviso
A dangerous method di
Cronenberg: molto 'leccato' e convenzionale, insolitamente direi per questo regista. Standing ovation invece per
George Clooney e le sue
Idi di Marzo, direi il miglior compromesso tra cinema di qualità e cinema commerciale, e la migliore risposta a chi dice che le due categorie sono 'inconciliabili'.
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Michael Fassbender |
E non male nemmeno
Shame, annunciato film-scandalo, estremo, sgradevole, certamente imperfetto ma di certo non banale, con un bravissimo
Michael Fassbender a cui è andata meritatamente la Coppa Volpi per il miglior attore. Poche parole invece sui due film cinesi premiati,
A simple life e
People mountain, people sea: non avendoli visti posso dire poco, se non che la Cina sia da sempre un vecchio pallino di
Muller, capace ogni anno di scovare pellicole interessanti e originali nell'immenso paese del dragone. Insomma, a conti fatti l'unica vera 'ciofeca' del Concorso è stata la 'fine del mondo' in chiave new-age firmata da
Abel Ferrara: 4:44 last day on earth è una pellicola al limite del ridicolo, un pasticciaccio autoriale di pessimo gusto, passato giustamente inosservato da giuria, critica e pubblico.
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Ermanno Olmi |
Le dolenti note arrivano, come al solito, dalla pattuglia italiana: escluso il 'toscanaccio' Gipi, che ha portato al Lido un film stralunato e surreale (L'ultimo terrestre), grottesco ma profondo e genuino pur se imperfetto, il bilancio della selezione nostrana è poco confortante. Non deve ingannare infatti il Premio della Giuria assegnato a Terraferma di Emanuele Crialese, riconoscimento 'politico' e oggettivamente esagerato, voluto per 'ragion di Stato (a Venezia va così...). Crialese fa sempre lo stesso film, e pur essendo ovviamente contenti per lui non sarà certo una statuetta a convincerci del contrario...
Decisamente deludente anche
Quando la notte di
Francesca Comencini, film che fa quasi rabbia perchè non mantiene le attese! Ad una prima parte, infatti, davvero interessante e avvincente fa da contraltare un epilogo ingardabile, con una love-story tra
Timi e la
Pandolfi così posticcia da risultare imbarazzante, studiata evidenemente solo per fini commerciali. E certo non aiuta il nostro cinema constatare che, seppur fuori concorso, il miglior film italiano è stato realizzato dall' ottantenne
Ermanno Olmi (folgorante il suo ritorno al Lido con
Il villaggio di cartone).
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Marco Muller |
Alla fine però va detto che il vero vincitore della rassegna è stato indiscutibilmente... proprio
Marco Muller! Che ancora una volta ha messo in piedi una Mostra interessante e variegata, di ottimo livello qualitativo, senza dubbio una delle migliori alle quali abbia mai assistito. Una 'leggenda metropolitana' sostiene che il cartellone di
Venezia e quello di
Cannes siano legati da un filo indissolubile, ossia che se a Cannes c'è, come suol dirsi, 'un bel cast', la Mostra sia povera e viceversa. E invece quest'anno, malgrado la presenza sulla Croisette di gente come
Malick, Almodovar, Von Trier, Kaurismaki, i Dardenne, nonchè i nostri
Moretti e
Sorrentino... e malgrado la concorrenza dura di rassegne vicine temporalmente come
Toronto e
Locarno (per non parlare della
Festa di Roma), al Lido si sono visti film belli e destinati a lasciare il segno. Quest'anno il mandato di
Muller è in scadenza, e tutti noi incrociamo le dita...
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concordo, una Venezia interessantissima, beato te che hai potuto seguire il tutto.
RispondiEliminase ti interessa ti lascio la mia recensione su "Carnage".http://uonderuoman.blogspot.com/2011/09/carnage.html
scusa, il link corretto è questo qui...http://uonderuoman.blogspot.com/2011/09/carnage.html
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