Per una volta gli alieni sbarcano in Italia, anche se sono identici a quelli di Spielberg. E, sorpresa!, non vogliono nè conquistarci nè sterminarci, semmai farci diventare un po' più buoni e un po' più 'normali'... Sì, perchè nel film d'esordio del fumettista toscano Gian Alfonso Pacinotti (in arte Gipi), gli italiani non fanno proprio una gran bella figura: sono egoisti, cinici, superficiali, puttanieri, incapaci di coltivare qualsiasi rapporto umano. Tutti, tranne uno: il protagonista del film, un' anima candida, semplice, un 'idiot-savant' dal cuore d'oro, che abita in un monolocale privo di qualsiasi arredo in uno squallido condominio di provincia, ai margini del mondo. E non ci vuole molto a capire che è lui il vero 'alieno' di questa storia, l'unico che non ha paura degli strani esseri piovuti dal cielo, che certo non possono essere più 'dannosi' delle persone che gli stanno intorno...
L'Ultimo Terrestre è un film bizzarro, un po' folle, stralunato e inclassificabile, proprio come il suo regista che nei meandri della Mostra del Cinema si aggirava (appunto) come un marziano. E' una pellicola tenera e nello stesso tempo molto amara, con momenti di grande ilarità alternati a scene disturbanti e apocalittiche, dalle quali si può trarre una lettura chiara e nient'affatto rassicurante: le persone semplici, timide e sensibili non trovano posto in questo mondo dominato dal qualunquismo e dalla voglia di primeggiare a ogni costo. Chi non è capace di 'mostrarsi' e rifugge i canoni di una società misera e arrivista è considerato un 'diverso', un emarginato, una persona da mettere all'angolo e degnare al massimo di uno sguardo compassionevole.
Eppure c'è bisogno soprattutto di queste persone per salvare il salvabile, le uniche in grado di capire che solo ripartendo dall'umiltà e dal rispetto per gli altri si può costruire un mondo migliore. Ma forse solo un'entità superiore può condurci sulla retta via, basta perlomeno riuscire a vederla...
VOTO: ***
La trama mi ha affascinata!
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