A dangerous method parla della nascita della psicanalisi (è questa, infatti, il 'pericoloso metodo' del titolo), approfondendo i perversi e complicati rapporti che, sugli inizi del secolo scorso, intercorsero tra Sigmund Freud (il 'padre' per antonomasia di questa scienza), l' 'allievo' Carl Gustav Jung e una paziente di quest'ultimo, la russa Sabrina Spielrein, affetta da un grave disturbo mentale e poi divenuta sua amante dopo esserne stata guarita. Attenzione allo scenario storico: siamo esattamente nel mezzo alle due guerre, tra rigurgiti di imperialismo e prime avvisaglie di derive antisemite che costringeranno in seguito l'ebreo Freud a rifugiarsi a Londra per proseguire i suoi studi.
Ma, aldilà di questo, a noi interessa parlare del film. Che, va detto, ha tutte le caratteristiche per essere il 'perfetto' candidato al Leone d'Oro (vogliamo scommettere?), vale a dire un'ottima confezione, un soggetto non banale, una sceneggiatura ben oliata (scritta dal premio Oscar Christopher Hampton), un trio di attori affermati e affiatati al punto giusto (anche se onestamente non ai massimi livelli, in particolare Keira Knightley, della quale vorremmo dire tutto il bene possibile ma che qui è abbastanza in ombra, sacrificata in un'interpretazione nevrotica e smorfiosetta, che la rende abbastanza insopportabile... dignitose invece le performance di Viggo Mortensen e Michael Fassbender).
Tuttavia però ci preme sottolineare che A dangerous method, pur riconoscendone il valore e l'ottima fattura, non ci ha entusiasmato come altri film passati di Cronenberg, e non ci ha nemmeno fatto gridare al capolavoro come è accaduto invece per altri titoli fin qui visti al Lido (vedi Clooney e Polanski, tanto per fare degli esempi). La pellicola è troppo 'formale', forse fin troppo curata e maniacale nei dettagli per scaldare davvero i cuori degli spettatori. Si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un bel compito in classe, stilisticamente perfetto ma fatto con la mente anzichè col cuore.
Ma forse, trattandosi di Freud, non poteva che essere così...
VOTO: ***
ottimi resoconti veneziani!
RispondiEliminama sei lì per lavoro o per semplice piacere cinefilo?
Ciao Marco! Eh, magari fossi qui per lavoro... sarebbe il lavoro più bello del mondo!
RispondiEliminaPurtroppo il mio mestiere 'vero' è il bancario, e queste sono le mie ferie: solo ed esclusivamente per passione!
Grazie per i complimenti, faccio del mio meglio :-)
Sauro
Concordo in tutto meno che su Keira Knitghley, davvero brava in un ruolo difficilissimo e delicatissimo come questo!
RispondiEliminaquesta è una delle pellicole che attendevo più con ansia.. la tua rece mi fa ben sperare vedremo.. gran recensione ;)
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