lunedì 20 dicembre 2010
THE TOURIST (USA, 2010) di Florian Henkel Von Donnesmarck
Talmente kitsch da risultare (quasi) divertente. The Tourist è tutto qui, e lo diciamo con una certa rassegnazione e senza sorprese, consci ormai di come funzionano le cose a Hollywood.
Indubbiamente la delusione è enorme: Florian Henkel Von Donnesmarck due anni fa aveva incantato il mondo con un gioiello di film come Le vite degli altri, facendo commuovere, indignare e sorprendere milioni di spettatori, letteralmente rapiti da un'opera prima (!) così drammatica, rigorosa ma anche assolutamente avvincente.
Poi, quando uscì la notizia che il talentuoso regista tedesco, nel frattempo 'sbarcato' oltreoceano grazie all'Oscar conquistato, avrebbe diretto come secondo film un thriller-romantico ambientato a Venezia e con la coppia Depp-Jolie come protagonisti, molti dubbi si erano addensati sulla sua reputazione...dubbi che, per una volta, hanno avuto la loro disarmante conferma.
Insomma, cosa non si fa per i soldi!
L'opera seconda di Donnesmarck è una pellicola ultra-convenzionale e ultra-hollywoodiana nell'accezione peggiore del termine: è un non-film fatto di figurine (i tanti stra-pagati protagonisti eccellenti che firmano il cast), location turistiche (una Venezia banalmente da cartolina) e il classico vuoto pneumatico di idee in fase di sceneggiatura che, capirete bene, in un thriller è più devestante di un terremoto. The Tourist nelle intenzioni vorrebbe (forse) essere un affettuoso omaggio al cinema hitchcockiano, e in questo bisogna dare atto al regista della sua onestà, addirittura troppa direi! I riferimenti a Intrigo internazionale sono, infatti, talmente evidenti e grossolani che è impossibile non scambiarlo per una 'citazione' : il classico caso dell'uomo-qualunque (in questo caso Depp) che viene coinvolto in una cosa più grande di lui... il problema è che la trama è talmente risibile e scontata che il 'telefonatissimo' colpo di scena finale si intuisce dopo cinque minuti, in pratica dal primo scambio di battute tra i due protagonisti. E da quel momento fino ai titoli di coda la vicenda si trascina stancamente ma, tutto sommato, facendo divertire lo spettatore 'grazie' (si fa per dire) ad una messinscena così pacchiana che non può non strappare sorrisi...
A questo, dobbiamo dire, contribuisce molto la protagonista principale. Angelina Jolie è talmente improbabile nel suo ruolo di 'pink-lady' (ebbene sì... ) da risultare involontariamente comica: vestita sempre come un confetto, con la cinepresa che indugia ora sul suo notorio 'lato B', ora sui suoi altrettanto celeberrimi labbroni gonfiati a due atmosfere (con tanto di rossetto rosso fuoco!), è praticamente la caricatura di se stessa. Assolutamente impossibile da prendere sul serio, esattamente come il suo partner artistico, un Johnny Depp al minimo sindacale, strizzato in goffe giacchine bianche e sempre con quell'espressione 'un po' così...' che può senz'altro andar bene per le grottesche storie di Tim Burton, ma che in un film del genere lo rendono inevitabilmente ridicolo. Stendiamo poi un velo pietoso sulla componente 'italica' del cast: saremmo davvero curiosi di sapere chi è stato a 'consigliare' a Donnesmarck, che so... non un Toni Servillo o un Luigi Lo Cascio, ma gente del calibro di Raul Bova, Christian DeSica, Nino Frassica e del povero Neri Marcorè (forse scambiato causa un banale refuso con Neri Parenti...).
Un cast improbabile per un film improbabile. Ma che, dobbiamo dirlo con sincerità, è tutto sommato godibile ed ha il grande pregio (forse l'unico) di durare poco più di un'ora e mezza, così da lasciarsi anche guardare. Naturalmente senza pretese e solo per chi va al cinema una volta l'anno.
Giusto, giustissimo dunque per il pubblico natalizio.
VOTO: * *
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La protagonista è fantastica. Venezia dico.
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