Carlo Mazzacurati è uno di quei registi italiani che appartengono alla categoria degli ‘impalpabili’, nel senso che, nonostante una più che onesta carriera cinematografica, non vengono mai notati né incensati come dovrebbero. Forse perché i suoi film sono sempre così ‘piccoli’, ‘esili’, ‘carini’, un po’ ‘timidi’ (come lui stesso, del resto) che non arrivano mai al grande pubblico. Ma questo non è necessariamente un difetto…anzi! Noi che conosciamo il buon Carlo fin dal suo bell’esordio (
Il Toro, era il 1994) siamo contenti così, e ben vengano altre pellicole come
La Passione, che ci riconciliano con la commedia all’italiana e non smettono di farci sorridere una volta usciti dalla sala. E scusate se è poco.
La Passione è un filmino agile e godibilissimo, intepretato da attori tutti bravi e in stato di grazia (non solo il ‘solito’ Silvio Orlando, ma anche il simpaticissimo Giuseppe Battiston, esilarante nel ruolo di un Cristo ‘appesantito’ e un po’ blasfemo) che riesce ad ottenere due risultati niente affatto scontati: costruire una storia e una sceneggiatura capaci di far ridere senza volgarità e doppi sensi, e di scadere nella banalità. Avercene di commedie così!
VOTO: * * *
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