Ci sono dei film che spesso amiamo o detestiamo a seconda del tempo, inteso come momento di vita. Film che magari ci piacevano e che che sono "invecchiati" male o che, viceversa, non ci avevano entusiasmato alla prima visione ma che rivalutiamo dopo averli rivisti. Ecco, Mangia Prega Ama è un film che se lo avessi visto una decina di anni fa avrei detestato profondamente. Dieci anni fa, non ancora trentenne, energico, speranzoso e con i capelli in testa, avrei dileggiato e preso ferocemente per i fondelli questa pellicola "insulsa e involontariamente malin-comica" su una tardona che ha smarrito il desiderio e crede di ritrovarlo andando in giro per mezzo mondo...
Invece, avendolo visto oggi alle soglie dei fatidici 'anta', Mangia Prega Ama è un film che ti fa per forza riflettere, anche se non vuoi e in cuor tuo fai finta di non pensarci. Perchè, volente o nolente, sei arrivato a quell'età in cui è fisiologico cominciare a fare un bilancio della tua vita, su quello che è andato bene o meno, su quello che avresti voluto (o potuto) fare e che è andato diversamente, su quanto, davvero, ti senti felice e realizzato. I quarant'anni sono un'età in cui, forse, ti fai troppe domande e ti arrabatti nel tentativo di rispondere, ben consapevole che le risposte, tante (troppe?) volte potrebbero farti male.
La Julia Roberts del film è una quarantenne che si pone queste domande, ed è ovvio che mentre sorridiamo delle sue peripezie ci viene naturale fare un parallelo con le nostre vite, rendendoci conto che siamo giunti ad un punto del nostro percorso dove è sempre più difficile fare delle scelte: perchè a quarant'anni non si è più tanto giovani e incoscienti per mollare tutto e ricominciare (non siamo dalle parti di Into the Wild, e il paragone NON è blasfemo) e, soprattutto, ci portiamo dietro quel fardello di ferite e di esperienze che inevitabilmente hanno segnato la nostra anima e che alimentano le paure (tutte, non solo quella di amare ma anche, più banalmente, di compiere tutte quelle azioni che siano minimamente 'trasgressive'...).
Per questo Mangia Prega Ama non è un film stupido. Potrà non piacere, potrà risultare falso, macchiettistico, noioso, troppo lungo (due ore e mezza sono una durata spropositata per una commedia) ma di sicuro è un film che ti entra dentro e che ti fa pensare e ripensare. Questa recensione (se così vogliamo chiamarla, me ne scusino i critici 'veri') mi è venuta di getto e qualcosa vorrà pur dire.
E voglio dire qualcosa anche sui famigerati 'stereotipi' di cui è piena questa pellicola. Non capisco perchè tanta gente si 'indigni' nel vedere il modo in cui gli americani ci rappresentano. Possibile che siamo diventati così permalosi? E, soprattutto, siamo sicuri NOI di essere sopra le parti, senza pregiudizi? Gli stereotipi ce li abbiamo tutti, e scagli la prima pietra chi sostiene il contrario! Non abbiamo forse sempre dipinto, ad esempio, gli svizzeri come orologiai e cioccolatari? O i russi come ubriaconi e attaccabrighe? O gli stessi americani come ignoranti e obesi? La Roma del film è una città da cartolina, dove i suoi abitanti sono amanti della bella vita, della buona cucina, caciaroni, romantici e perditempo. Sinceramente, è davvero un ritratto così lontano dalla verità? E, ancor più sinceramente, l'immagine che le vicende (politiche e non) di questi giorni stanno dando del nostro paese è davvero migliore di come ci vedono gli altri?
VOTO: * * *
Mi hai quasi convinto, forse andrò a vederlo ;-)
RispondiEliminaCiao Matilda
No, Roma non è così come è descritta, chi ci è stato, anche solo per pochi giorni, lo sa... Se poi vogliamo trovare delle giustificazioni idiote, ok, ma dire che i romani sono tutti dei "fancazzisti, che vivono alla giornata, a cui i soldi piovono dal cielo"è una stronzata che non sta né in cielo né in terra nonché un'offesa a tutti i romani che lavorano dal mattino alla sera(e sono la maggioranza)con uno stipendio da fame...Oltretutto la storia che per avere acqua calda, bisogna bollirla dai... ah... citami un film italiano dove gli americani sono dipinti come dici tu...
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