Niente è cambiato, dunque. L'atavica passione italiota per il pallone fa sì che tutte le attività della Nazione dovranno fare i conti con questo ingombrante avvenimento: i luoghi di lavoro si svuoteranno, le strade saranno come sempre deserte, nelle case non volerà una mosca durante le partite, per un mese non si parlerà di altro.
E quanto i Mondiali siano totalizzanti per la nostra gente lo si può vedere, per l'appunto, dalla programmazione cinematografica di questa estate, che si può riassumere con una massima calcistica divenuta ormai un tormentone: ZERU TITULI. Superfluo spiegare che i "tituli" in questione sono quelli delle uscite estive, pressochè azzerate in una stagione che, anche in condizioni normali, è già asfittica di suo.
Abbiamo ancora in sala, se siamo fortunati, l'apocalittico The Road, ci rifaremo gli occhi con l'elegante e femminile Bright Star della Campion (che, forse, intende intercettare le mogli rimaste "orfani" dei loro esaltati coniugi), ci permetteremo due risate (forse) con l'atteso A-Team... e poi?
Nulla. Il Nulla più assoluto.
Ecco perchè i cinema trovano molto più conveniente proiettare le partite in sala anzichè i film. Possiamo lamentarci e lanciare tutti gli epiteti che vogliamo agli esercenti che "profanano" i loro schermi con le immagini di Ronaldo & co., ma i realtà c'è poco da fare... come dargli torto? Il calcio travalica ogni passione, ogni interesse, ogni desiderio. Il calcio è un sport totalizzante e aggregante, e troppo spesso (purtroppo) fagocitante. Ed è uno sport che scatena pulsioni ed emozioni forti e immaginifiche, proprio (eh, sì!) come il cinema. Il calcio è bello da vivere, da gustarsi in diretta, magari su un bello schermo gigante in 3D dove sarà come "essere in campo".
Sarà per questo, forse, che il pallone al cinema non ha mai fatto gol. Certo, film sul calcio (e sui mondiali in particolare) ne sono stati fatti, ma quasi nessuno memorabile, a testimonianza di quanto sia complicato trasporre sulla celluloide storie di calcio. Spesso, anzi, i film più riusciti sono quelli che trattano il calcio solo incidentalmente, usandolo come metafora della vita.
Eccone alcuni esempi.
1) Il colore della vittoria.
Le immagini del Mondiale del 1934 fanno da sfondo ad un Paese che era ormai ad un passo dalla catastrofe, sull'onda della dittatura fascista.
2) Il miracolo di Berna.
La Germania batte la stra-favorita Ungheria ai Mondiali del '54. Pesanti nubi si celano ancora oggi su quel torneo. Lo spettro del doping fa capolino per la prima volta.
3) L'estate di Bobby Charlton.
La sconfitta con la Corea è l'emblema della generazione raccontata del film.
4) Italia-Germania 4-3.
Un titolo che è tutto un programma, un amarcord, un pezzo di storia.
5) La meglio gioventù
Il trionfo di Spagna'82 resta in secondo piano in una delle scene più strazianti del filmone di Giordana.
6) La coppa.
Spassoso e d'altri tempi. Le peripezie di un gruppo di monaci tibetani "contagiati" dalla passione...
7) L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza.
Il titolo più bello e simbolico dei tre. Mentre tutto il Brasile impazziva per Pelè, un colpo di stato faceva piombare il paese nella dittatura. Ma all'inizio non se ne accorse nessuno...
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