Ricordo bene che nel 1998 la rivista "Cineforum" (della quale sono fedele abbonato) dedicò l'intero numero di gennaio a Titanic, il kolossal di James Cameron che stava stracciando ogni record d'incasso: e ricordo bene che il servizio principale, l'articolo di fondo di quel numero, si chiamava "La tecnica e il cuore", riferito ovviamente alla capacità del regista di aver saputo unire (con ottimi risultati) tecnologia e sentimento. Insomma, Titanic funzionava non solo per i mirabilanti effetti speciali dell'epoca, ma soprattutto per la storia che raccontava: una storia semplice, assoluta, universale, che scaldava i cuori e riempiva i fazzoletti ad ogni latitudine... si potrebbe stare ore a disquisire se tutto questo fosse più o meno "kitsch", ma una cosa è certa: Titanic ebbe quel successo clamoroso perchè "scaldò"i cuori romantici di milioni di spettatori, che si ritrovarono inconsapevolmente sul ponte di quella nave insieme a Jack e Rose...
Dodici anni dopo la storia (sembra) ripetersi. Cameron è un regista "smisurato", che trova la sua dimensione autentica nei film "bigger then life", un megalomane dalla faccia simpatica che pare essere rimasto ormai l'ultimo epigono dell'epopea degli "esagerati", un DeMille o un Von Stroheim dei giorni nostri, tanto per capirci.
E anche Avatar, come Titanic, è un film immenso, smisurato. Lo è in tutto: nella costruzione, nella realizzazione, nella direzione, nella promozione... una colossale operazione di marketing che lo ha già portato (dati alla mano) ad essere, contemporaneamente, il film più costoso e remunerativo della storia del cinema: si parla di oltre due milardi di euro incassati in ogni angolo della Terra, a fronte dei 400 milioni spesi per girarlo. E siamo appena all'inizio...
Di fronte a numeri come questi, ci si sente piccini piccini a parlare "solo" di cinema, a scrivere semplicemente una recensione: Avatar è una ciclopica operazione commerciale, pensato, programmato e realizzato per fare tanti soldi nel modo più veloce possibile. Tutto il resto passa in secondo piano, è quasi inutile parlare del film perchè, paradossalmente, il giudizio del pubblico è quello che meno importa: si va al cinema a vedere Avatar perchè TUTTI lo vanno a vedere, per non essere tagliati fuori da spunti di discussione o socializzazione, perchè è il fenomeno del momento, come un vestito alla moda o un genere musicale... un po' come quando fanno vedere in tv la "prima" della Scala, dove il 90% degli spettatori è lì solo perchè "bisogna esserci", indipendentemente da quello che c'è sul palco.
Ma Avatar è un bel film? Assolutamente no. Nel modo più assoluto. E badate bene, non lo dico per snobismo o per partito preso: chi scrive ha amato alla follia altre opere faraoniche e iper-tecnologiche, come ad esempio "Il Signore degli Anelli", che univano al loro gigantismo anche uno straordinario coinvolgimento emotivo e intellettuale. Lo dico perchè alla resa dei fatti, dopo 160 minuti di straordinari e fantasiosi effetti speciali in 3D, quello che resta è davvero troppo poco... insomma, a fronte di tanta "tecnica", di "cuore" ce n'è pochino pochino. Avatar non emoziona mai, non scalda i cuori, non fa riempire i fazzoletti e, nel contempo, ti fa fare pure qualche sbadiglio: troppo didascalico nella prima parte (dove ti viene spiegato proprio tutto, cosa gravissima perchè azzera quel poco di pathos e sorpresa che avrebbe potuto esserci) e davvero banale nel proseguimento della storia: una trama scontata, trita e già rivista. Sembra di assistere ad una via di mezzo tra "Balla coi lupi" e "Pochaontas", dove si sa già tutto prima di arrivare alla fine. Una sceneggiatura (scritta dallo stesso Cameron) talmente patta da sembrare uno scopiazzamento di almeno una decina di pellicole (vedi post sotto), e che non coinvolge mai lo spettatore poichè questo sa già cosa lo aspetta... per non parlare poi dei messaggi "alti e nobili" che questo film vorrebbe lanciare (il rifiuto dei totalitarismi, la morale ecologista, la tolleranza e convivenza tra i popoli) ma che vengono banalizzati da una retorica buonista per certi versi stucchevole.
Ma, come dicevo prima, chi se ne importa? La gente si riversa a fiumi nelle sale, inforca gli occhialetti rossi e blu, sgranocchia pocorn e si diverte con le scorribande in 3D di Jake e della bella Neytiri. Piace? Non piace? Boh, tanto non è questo l'importante... a testimonianza che il pubblico ha ormai perso ogni capacità di giudizio critico e personale (e tra il pubblico, per non essere snob, mi ci metto anche io che sono comunque corso a vederlo). E' la dimostrazione di un assioma ormai consolidato: la gente va a vedere quello che gli si dice di vedere, bombardata dal marketing e dalla pubblicità. Ed è pure contenta. Questo è un dato di fatto.
E, per dirla alla Califano, tutto il resto è noia.
VOTO: * *
Che meraviglia leggere una "stroncatura" che conferma un giudizio a priori! So che tu non ami che si giudichi a priori un film non visto, io invece alcune volte lo faccio, e non ho avuto bisogno di andare al cinema per pensare che Avatar sarebbe stato il giocattolone che tu hai così ben descritto.
RispondiEliminaAltra conferma l'ho avuta dalla recensione comparsa su "Duellanti" di questo mese (che in copertina ha messo un intenso primissimo piano della giovane protagonista di "Amabili resti" di Jackson, tièh!) che ha stroncato "Avatar" ancor più malignamente di te.
Concordo quindi su quanto hai detto... tranne che per quanto concerne "Titanic" cui voglio fare un piccolissimo appunto: hai ragione su pathos, fazzoletti e romanticismo... ma lasciami dire che la storia, che sarebbe stata bellissima se fosse davvero rimasta "semplicemente" inquadrata su Di Caprio e la Winslett e il loro "conflitto sociale", diventa un polpettone pazzesco e inverosimile a causa del ridicolo "escamotage" del gioiellone. Che mentre un transatlantico affondi, il tirapiedi del cattivone di turno insegua Di Caprio sparandogli addosso per avere il pataccone, l'ho trovato davvero sconcertante... prima di farmi una grassa risata! ;) A parte tutto, bellissimo blog, Kelvin ^_^
Cara Laura, non intendo dire che "Titanic" sia un capolavoro, anzi! Concordo con te che è pieno di difetti, di inesattezze, di incongruenze storiche... però, innegabilmente, è un film coinvolgente, e il successo che ha avuto è dovuto più alla storia che agli effetti speciali. Insomma, pur essendo un kolossal, è un film con una propria anima e capace di far scaldare i cuori degli spettatori. Nulla di tutto questo, invece, si trova in "Avatar", che è solo e soltanto una fredda operazione commerciale. Grazie per i complimenti :-)
RispondiEliminaMi permetto di linkarti la vignetta di Disegni su "Avatar", che avrai già sicuramente letto, ma magari qualcun'altro no....
RispondiEliminahttp://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=529
è vidente... di cinema... non cpisci una fava.
RispondiEliminacome ogni tuttologo da fiera, cerchi di far sentire la tua voce "ragliando" giudizi che sono in controtendenza e intrisi di immaginaria cultura.
d'altronde la tua citazione di chiusura la dice tutta... tra tutti i grandi che si potevano "scomodare" per una citazione decente, tu mi scegli un Pappalardo... a questo punto il tuo giudizio vale come il tuo: **
viva la cultura ( ma non la tua ).