La notizia è apparsa sui giornali di questi giorni, ed è di quelle "che fanno tremare i polsi" (si fa per dire): "Natale a Beverly Hills", ossia il "cinepanettone" per eccellenza, il non-film per antonomasia, l'ennesima farsa pecoreccia targata Neri Parenti (ormai un marchio docg, come il Brunello o il Parmigiano) che per quattro settimane all'anno monopolizza le sale del Belpaese adescando tutti coloro che al cinema ci vanno giusto una volta l'anno (e sono tantissimi, a giudicare dagli incassi!!) è stato insignito del FAC, vale a dire che è stato segnalato come "film di interesse culturale" dal Comitato Nazionale per la Diffusione dei Film d'Arte e di Cultura. In pratica, è stato considerato film d'essai (sic!) ed ha potuto beneficiare dei contributi statali riservati a questo tipo di opere!
Ora, va da sè che in un Paese dove nessuno si scandalizza più di nulla, dove un signore proprietario di troppe cose può fare il presidente del consiglio, promulgar(si) leggi ad-personam, candidarsi al titolo di Santità, dove politici con condanne definitive possono sedere tranquillamente in Parlamento, dove dieci-centimetri-dieci di neve possono paralizzare l'intera circolazione autostradale e ferroviaria da Bolzano a Palermo... figuriamoci se a qualcuno interessa qualcosa se dei soldi pubblici vengono spesi per ammirare le eroiche gesta di Cristian DeSica e compagnia!
Ma il punto non è questo. State leggendo un blog di cinema e vorrei che rifletteste su una cosa: ogni anno, ogni finanziaria di qualsiasi governo (destra-centro-sinistra che sia) taglia inesorabilmente i fondi destinati alla cultura. E a farne le spese sono sempre i pesci piccoli, vale a dire le opere prime, i film d'essai (quelli veri), i registi "di nicchia" che hanno un pubblico circoscritto (ma non per questo elitario) e non possono vantare su incassi stratosferici, i cineasti giovani e poco conosciuti che ancora non possono contare sulla notorietà o sul passaparola della gente per far "vedere" i loro film. Sono queste categorie che meriterebbero un sostegno statale per far sì che nel nostro Paese la Cultura (con la "C" maiuscola) non scompaia. Provate a chiedere a un regista esordiente, o a un neo-laureato al DAMS, che cosa ne pensa del fatto che "Natale a Beverly Hills" ha potuto godere dei fondi ministeriali: se è ben educato sputerà per terra, altrimenti...
Voglio comunque sgombrare il campo dagli equivoci: non intendo affatto gettare la croce sui cine-panettoni. Inutile essere ipocriti: per quanto di qualità infima, questi prodotti sono una boccata di ossigeno per tanti esercenti e maestranze del cinema italiano, che il più delle volte aspettano a gloria i loro incassi per salvare la stagione. Ben vengano, quindi. E poi, per dirla alla DeSica "se la gente li va a vedere vuol dire che piacciono", c'è poco da fare.
Quello che lascia l'amaro in bocca, però, è una considerazione lapalissiana: in Italia i contributi per la cultura vengono dati solo a chi non ha affatto bisogno. Insomma, piove sul bagnato.
Ora, va da sè che in un Paese dove nessuno si scandalizza più di nulla, dove un signore proprietario di troppe cose può fare il presidente del consiglio, promulgar(si) leggi ad-personam, candidarsi al titolo di Santità, dove politici con condanne definitive possono sedere tranquillamente in Parlamento, dove dieci-centimetri-dieci di neve possono paralizzare l'intera circolazione autostradale e ferroviaria da Bolzano a Palermo... figuriamoci se a qualcuno interessa qualcosa se dei soldi pubblici vengono spesi per ammirare le eroiche gesta di Cristian DeSica e compagnia!
Ma il punto non è questo. State leggendo un blog di cinema e vorrei che rifletteste su una cosa: ogni anno, ogni finanziaria di qualsiasi governo (destra-centro-sinistra che sia) taglia inesorabilmente i fondi destinati alla cultura. E a farne le spese sono sempre i pesci piccoli, vale a dire le opere prime, i film d'essai (quelli veri), i registi "di nicchia" che hanno un pubblico circoscritto (ma non per questo elitario) e non possono vantare su incassi stratosferici, i cineasti giovani e poco conosciuti che ancora non possono contare sulla notorietà o sul passaparola della gente per far "vedere" i loro film. Sono queste categorie che meriterebbero un sostegno statale per far sì che nel nostro Paese la Cultura (con la "C" maiuscola) non scompaia. Provate a chiedere a un regista esordiente, o a un neo-laureato al DAMS, che cosa ne pensa del fatto che "Natale a Beverly Hills" ha potuto godere dei fondi ministeriali: se è ben educato sputerà per terra, altrimenti...
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